Umberto Bossi non è ottimista sulle possibilità di una mediazione tra Berlusconi e Fini. E su eventuali elezioni anticipate dice di non sapere nulla, anche se sottolinea che si possono fare anche a novembre. Intervenuto ieri sera ad una festa del Carroccio a San Valentino di Castellarano, sulle colline reggiane, il leader della Lega, accompagnato dal figlio Renzo, ai giornalisti che gli chiedevano se crede in una possibile mediazione fra Berlusconi e Fini, ha risposto che «è dura, perché Fini ha messo il piede in due-tre scarpe. È difficile avere i piedi in due scarpe in politica, io preferisco tenerli in una».
Bossi: elezioni si possono fare anche a novembre. Sulle difficoltà del governo, dopo il passo indietro dei finiani, il Senatur ha osservato che «se tutte le volte che Berlusconi va in aula fosse costretto a chiedere i voti, la strada diventerebbe stretta». Ma se ci saranno le elezioni anticipate è più probabile un voto a novembre o a marzo? «Non lo so. Si possono fare anche a novembre» è stata la risposta.
Quanto al piano in quattro punti che Berlusconi sta preparando per verificare la possibilità di un rilancio con Fini del patto di governo, Bossi è scettico. «Può essere un tentativo in extremis, io sono poco ottimista». E poi ancora un attacco al presidente della Camera: «Le cose che ha detto e fatto Fini non lasciano tranquillo Berlusconi e anche noi».
Secondo Bossi, comunque, «sia la sinistra che Fini sanno che in caso di elezioni non prendono voti, quindi non hanno interesse ad andare al voto. Secondo me – è stata la conclusione – sarà la realtà che farà ragionare sia la sinistra che Fini».
Il ministro delle Riforme ha anche ribadito il proprio rifiuto di un governo tecnico: «Sarebbe impopolare, perché è il popolo che viene espropriato del diritto democratico del voto». Bossi si è poi pronunciato contro un piano di finanziamenti specifici per il sud: «Non serve dare i soldi alle Regioni del sud come in passato. Abbiamo fatto il federalismo per cambiare l’andazzo».
Fli: nessun motivo per andare alle elezioni. «Non vi è una sola ragione politica per le elezioni anticipate: i deputati di Futuro e Libertà erano in maggioranza col vecchio gruppo e vi resteranno con il nuovo – dice oggi il vicecapogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova – Le categorie invocate da chi minaccia le urne, stillicidio e logoramento, prescindono totalmente dalla realtà dei fatti: non è mai mancato il nostro nostro voto in Parlamento ai provvedimenti sul programma di governo, mai. Noi volevano «solo» discutere di come costruire un grande partito. Deve essere chiaro: noi non abbiamo mai intralciato e quindi, se ciascuno farà lealmente la propria parte, non intralceremo il governo e la maggioranza nell’attuazione del programma. E’ ovvio che per rilanciare la maggioranza sulla base di quattro punti programmatici, questi non possono essere lanciati come un infantile guanto di sfida ai nuovi gruppi parlamentari di Futuro e Libertà, ma scelti e scritti di comune accordo, titolo e svolgimento, da tutte le componenti della maggioranza stessa. Se si vuole davvero, si può ripartire come e meglio di prima».
La Russa: immigrazione e sicurezza, servono inasprimenti normativi. Immigrazione e sicurezza: sono questi i due temi su cui Ignazio La Russa intende sfidare i finiani per valutare se sia possibile o meno stringere un nuovo patto di legislatura come proposto dal premier Silvio Berlusconi. «Sull’immigrazione clandestina servono inasprimenti normativi – dice il ministro – Non è una battaglia finita, e perciò l’argomento deve essere sempre all’ordine del giorno. A differenza di altre cose, su sicurezza e immigrazione è stato fatto molto. Ecco perché, forse, il ministro Alfano, che ha annunciato il programma in 4 punti, non ne ha parlato. Io ho voluto solo sottolineare che su questo fronte la guardia non va abbassata. Il governo deve continuare il suo impegno».
Frattini: i quattro punti fissati sui quali Silvio Berlusconi chiederà la fiducia non sono emendabili. «Chi cerca, attraverso una manovra di Palazzo, nuove alleanze con quanti hanno perso le elezioni, è politicamente golpista» dice il ministro degli Esteri, precisando che giustizia, fisco, federalismo e Sud fanno parte del programma di governo e dunque ne auspica la condivisibilità dei finiani di Futuro e Libertà. Intervistato dal Corriere della Sera, Frattini cita come esempio le norme sul processo breve, «approvate in prima lettura senza problemi» e votate anche dai finiani, e il lodo Alfano costituzionale, sul quale si sta «ragionando su come procedere rispettando i principi della Corte», «cambiamento che gli stessi finiani hanno condiviso». Per il ministro è dunque una questione di «onestà intellettuale», se però da parte di Futuro e Libertà c’è la volontà di «rimangiarsi il programma votato dagli elettori» l’unica alternativa sarebbero le elezioni anticipate. Frattini confida nella consapevolezza, tra le fila dei finiani, che la «stabilità di governo è un bene prezioso per la credibilità internazionale».
A questo proposito giudica «irresponsabile» chi parla di «una grande ammucchiata da Vendola a Fini». «Gravissimo che lo dica Bersani» e peggio se le stesse parole sono usate da Granata, «che dichiara di essere ancora parte della maggioranza». «Irricevibile», invece, la richiesta di Bocchino di rimozione degli attuali coordinatori del Pdl: «Sono note le divergenze di carattere personale tra lui e alcuni ex di Alleanza nazionale».
Enrico Letta: stop al berlusconismo con tutta l’opposizione. «Porre fine al berlusconismo è un lavoro da fare con tutta l’opposizione, Fini e Casini sono essenziali, non basta Di Pietro» ha detto oggi il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, intervistato da Sky Tg24.
Idv: con l’ammucchiata proposta da Letta, Berlusconi vince in carrozza. «Dare vita all’ammucchiata che propone oggi Enrico Letta è il modo migliore per consentire a Berlusconi di fare il grande slam, ovvero vincere in carrozza le elezioni e anche andare al Quirinale – dice Silvana Mura, deputata di Idv – Di fronte ad un’operazione talmente incoerente come quella di un’alleanza tra Pd, Udc e Fini lo sconcerto e l’indignazione dei tre elettorati sarebbe tali che, se dipendesse da loro, Berlusconi lo farebbero pure Papa. Non ci vuole la zingara per capire che Fini è indispensabile a far cadere Berlusconi in Parlamento, ma è cosa completamente diversa proporre un’alleanza più mostruosa dell’unione nella quale si pretende che chi ha approvato per 16 anni le peggiori leggi ad personam ora le cancelli. Se dopo un fallimento clamoroso della destra al governo, come quello attuale, il Pd non ha il coraggio di porsi a capo di una coalizione di sinistra e dire agli elettori “ora tocca a noi”, vuol dire che la crisi è talmente grave che nessuna operazione di palazzo riuscirà ad evitarla».
Idv: i quattro punti di Berlusconi sono espediente per far dire “no” a Fini. «I quattro punti che Berlusconi potrebbe proporre a Fini per un patto di legislatura sono il classico cavallo di Troia, un espediente per costringere i finiani a rifiutare e ad addossare loro le responsabilità della caduta del governo – dice il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario – Berlusconi vuole prendere due piccioni con una fava: richiamare all’ordine la pattuglia dei finiani e chiudere una volta per tutte il suo contenzioso con la giustizia».