ROMA (WSI) – Di lei non esiste nemmeno una pagina su Wikipedia, ma potrebbe diventare presto la leader di Confindustria. Dopo Emma Marcegaglia un’altra donna si appresta a prendere il timone dell’associazione corportativista.
Stando alle ultime voci, il gruppo degli industriali dovrebbe infatti finire nelle mani sapienti e nella parlantina spigliata, scandita da un accento toscano, di Antonella Mansi, attuale vice di Giorgio Squinzi, che era stata voluta proprio da lui nel suo team nel 2012.
A completare la complessa riforma di Confindustria iniziata nel giugno dell’anno scorso sarà proprio lei, che quando venne eletta alla seconda carica più alta dell’associaizone degli industriali promise subito una “spending review”.
A giugno dell’anno scorso nel lasciare a sorpresa la presidenza della fondazione Mps dopo soli 8 mesi in carica, aveva pronunciato le ultime parole famose: “non mi interessa la presidenza di Confindustria”.
Per candidarsi – aveva detto – “si impiegano quattro anni in cui si è assenti o comunque presenti in maniera molto relativa dalle proprie attività. Io non solo non posso ma non lo voglio fare in questa fase della mia vita”.
Nonstante abbia appena 40 anni, Mansi, che è stata AD della Chimica Industriale Gaviol, ha già un CV di tutto rispetto. Ma a fare impressione, scriveva Panorama, più che la giovane età è piuttosto “il ritmo a cui procede la sua marcia negli ambienti che contano dell’imprenditoria”.
Squinzi ha voluto Mansi forse perché anche lei è una industriale della chimica come lui, che in Federchimica ha avuto peraltro come vice proprio il padre di Antonella.
“Nel 2005 è entrata nel comitato di presidenza dei giovani industriali toscani, meno di tre anni dopo è stata eletta presidente dell’associazione regionale senior e ora fa il salto verso la scena nazionale, con una delega strategica per Viale dell’Astronomia”.
“Nel frattempo è stata nominata presidente della Banca Federico Del Vecchio, storica cassaforte dei patrimoni della borghesia fiorentina. Al suo attivo ha anzitutto il gran lavoro svolto per tre anni come presidente dell’associazione regionale Toscana: di certo un buon viatico per crescere all’interno del sistema Confindustria”.
“Specie se aggiunto al fatto di aver schierato per tempo la regione dalla parte di Squinzi nell’infuocata competizione con il rivale Alberto Bombassei. Lei spiega di aver conosciuto personalmente il presidente solo l’estate scorsa, quando intervenne all’assemblea della territoriale di Arezzo”.
“Ma non prova nemmeno a glissare sul fatto che fra la sua famiglia e il nuovo leader degli imprenditori italiani esiste un’antica consuetudine, dovuta alla comune appartenenza al mondo della chimica. Perché, anche se ama presentarsi come manager (ruolo che ricopre effettivamente in azienda e, assicura, non intende trascurare), la Mansi è figlia d’arte”.
“La Nuova Solmine (oltre 100 milioni di fatturato, 220 dipendenti, primo produttore italiano di acido solforico), in cui lavora dal 2001, è almeno in parte un’azienda di famiglia”.
Il padre Luigi era infatti l’amministratore delegato e ne è ora il presidente. Come racconta la stessa Mansi “la acquistò insieme ad altri due manager quando l’Eni decise di metterla in vendita, nel 1997”.
Insomma, il nome Mansi – scrive sempre il magazine – “è presente da tempo e con qualche successo sulla scena industriale italiana. Non per niente il capostipite è vicepresidente alle relazioni industriali di Federchimica e ha ricoperto quella carica per un periodo a fianco di Squinzi, che ha lasciato un anno fa”.
“Non si può certo dire quindi che la sua primogenita, e possibile erede nel business (c’è anche un fratello, Lorenzo, ma è più giovane e per ora si sta laureando alla Luiss), venga dal nulla. Anzi. Con un po’ di immaginazione si potrebbe anche vedere qualche punto in comune con la storia di Emma Marcegaglia”.
“Di sicuro c’è che Antonella si muove nei numerosi ruoli che ricopre come un pesce nell’acqua, probabilmente anche grazie al suo carattere spigliato. Prima di entrare in azienda ha tentato l’avventura imprenditoriale in proprio, mettendo su un’agenzia di viaggi a Firenze, che ha poi lasciato ai soci di allora”.
“Ad attirarla verso la vita associativa, è sempre lei a spiegarlo, è stata soprattutto la prospettiva di far parte di una grande rete di relazioni, di cui non misconosce l’aspetto gratificante a livello personale e i possibili benefici sul business. In effetti sembra possedere un talento per la comunicazione, che trasmette anche attraverso il lieve accento toscano”.
Alla domanda sul perché Squinzi l’abbia scelta nel suo team, all’inizio si schermisce: «Bisognerebbe stare nella sua testa…». “Ma poi dice la sua senza troppi giri di parole: “Penso volesse una persona capace di stare sulla palla con l’energia e il tempo necessari a questo lavoro… Io non sono sposata, non ho figli e mi piace moltissimo quello che faccio. Per questo, quando mi ha chiesto se ero disposta a dare una mano, ho subito risposto di sì”.
Il presidente le ha affidato l’organizzazione dell’associazione corporativista, una delega che richiede problemi ma anche potere. “Ma se vogliamo essere la forza motrice di questo Paese bisogna consolidare i nostri punti di forza: dal Centro studi alla Luiss, al Sole 24 Ore”.
Insomma come osserva Panorama Mansi, Cavaliere al Merito della Repubblica, celibe e senza figli, è ancora giovane, ma per niente timida.