Ammonta, mediamente, a 76 euro la spesa delle famiglie italiane per il pranzo di Pasqua. La voglia di stare insieme, dopo aver affrontato i problemi causati dalla pandemia, ha portato gli italiani a spendere il 10% in più rispetto allo scorso anno. Le famiglie non hanno rinunciato al pranzo di Pasqua nonostante le preoccupazioni legate alla guerra e all’inflazione, che continua a non frenare.
Questi, in estrema sintesi, sono i dati che emergono direttamente da un’indagine condotta da Coldiretti in collaborazione con Ixè, dal titolo La Pasqua 2023 degli italiani a tavola, dalla quale emerge che almeno il 57% degli italiani ha deciso di trascorrere il pranzo di Pasqua a casa, mentre il 34% con amici e parenti. Il 7% delle famiglie, invece, ha deciso di passare la giornata in un agriturismo o in ristorante.
Pranzo di Pasqua in compagnia
Secondo la Coldiretti, ad ogni tavola ci saranno mediamente sei persone. La situazione, quindi, sarà molto simile a quella registrata lo scorso anno: le tavolate, per il momento, stentano ancora a riempirsi, condizionate in maniera devastante dalla pandemia, che ha modificato le abitudini dei consumatori.
Ci vogliono, mediamente, 2,1 ore per preparare il pranzo di Pasqua: la tendenza è quella di privilegiare la tradizione. Tra quanti decidono di dedicarsi alla cucina, almeno il 47% ha concentrato le operazioni tra i 30 minuti e le due ore. Un buon 27% si è spinto oltre le tre ore. Il 18%, invece, si è comportato come un super chef, dedicando fino ad 8 ore alla preparazione del pranzo, mentre l’1% ha supereto addirittura questo limite. Un 7%, invece, si limita ad una mezz’oretta.
Per il pranzo di Pasqua a vincere sarà principalmente la tradizione, che caratterizza le varie regioni del nostro paese. In Piemonte, ad esempio, ci saro gli gnocchi filanti, mentre in Toscana a farla da padrona sono la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio. Nel Lazio c’è il salame tipico accompagnato dalla pizza al formaggio nel Lazio, mentre in Romagna sono di rigore i passatelli.
Sicuramente l’alimento più rappresentativo della tradizione pasquale è costituito dalla carne d’agnello, che viene servito almeno nella buona metà delle tavole degli italiani (il 44%).
Chi si mette in viaggio
Il 24% degli Italiani – quindi uno su quattro – ha deciso di mettersi in viaggio nel weekend di Pasqua. L’obiettivo è quello di raggiungere gli amici, i parenti o andare in vacanza. Ma anche fare una gita di una giornata. Oltre a voler passare la giornata in compagnia, agli italiani piace evadere nel corso della giornata.
Nella maggior parte dei casi, le mete preferite rimangono quelle lungo la penisola, che permettono di ottimizzare al meglio il tempo limitato a disposizione. Il 95% dei vacanzieri hanno scelto una destinazione nazionale, che può passare dal mare alle città d’arte, per toccare la campagna e la montagna. Ad essere particolarmente gettonati, quest’anno, sono gli agriturismi, scelti da molte famiglie per la voglia di stare insieme e dalla ricerca del buon cibo. Questa offerta traina i piccoli borghi, nei quali nasce almeno il 92% delle produzioni tipiche nazionali, almeno stando all’indagine portata a termine da Coldiretti in collaborazione con Symbola.
La scelta della campagna come meta è una tendenza favorita anche dal calendario di una Pasqua alta – spiega Coldiretti -, in primavera con il risveglio della natura che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, temperature superiori alla media dopo un inverno bollente ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni e di semina. Sulla base delle indicazioni di Campagna Amica a far scegliere una delle 25.400 aziende agrituristiche italiane è anche la spinta verso un turismo tutto Made in Italy di prossimità, sostenibile in termini di costi, distanze e rispetto del proprio benessere.