ROMA (WSI) – Dopo lo scoppio dello scandalo delle perdite celate e lo scatenarsi della bufera dei derivati, melle sale operative di Borsa tutti si chiedono chi correra’ in soccorso del Monte Paschi di Siena. Il cavaliere bianco sembra venire dalla Francia e rispondere al nome di BNP Paribas, proprio l’istituto battuto nella corsa per rilevare Antonveneta a novembre 2007.
Nelle ultime ore sono iniziate a circolare voci circa un dossier, gia’ pronto, in cui si suggerisce la necessita’ di salvare la banca inglobandola nell’istituto francese che controlla la BNL presieduta da Luigi Abete.
“A quanto si capisce il progetto – si legge nelle pagine di Dagospia – è in fase molto avanzata ed è sostenuto dalla tesi che MontePaschi non ce la farà a sopravvivere senza un matrimonio con un’altra grande banca”.
Anche se durante l’ultimo intervento televisivo nella trasmissione di Lilli Gruber, Alessandro Profumo si è dichiarato convinto che la banca ce la farà da sola attraverso una riduzione dei costi di 600 milioni”, e’ difficile immaginare che la banca possa camminare con le sue proprie gambe fino al 2015.
Tenendo in considerazione l’emissione di Monti Bond per i quali MPS dovra’ pagare entro l’anno interessi mostruosi al Tesoro, “anche se la politica non entrerà a Palazzo Sansedoni, sarà indispensabile trovare un socio di livello internazionale che possa dar vita al terzo polo bancario italiano”.
“Se il partner sarà la francese Bnp Paribas, Luigino Abete potrà celebrare il centenario di BNL nel modo migliore”, conclude l’articolo.
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L’istituto francese intanto sta cercando di gettare acqua sul fuoco delle speculazioni. “In questo momento la nostra priorita’ sono gli obiettivi di Basilea 3 e nulla ci distrae da questo”.
Cosi’ ha detto a Radiocor il direttore finanziario di Bnp Paribas, Philippe Bordenave, chiamato in causa circa un eventuale interesse a rilevare una quota di Mps a margine della conferenza stampa di presentazione dei risultati 2011 del gruppo francese, che in Italia controlla Bnl.
Oggi i titoli MPS fanno segnare un calo dell’1,7%, a quota 0,24 euro. Le quotazioni nell’ultimo mese hanno perso il 17,63%, ma sono in rialzo del 3,34% da inizio anno, in lieve ripresa nelle ultime sedute dopo aver toccato i minimi di 0,2208 euro il 4 febbraio scorso.