Malgrado la possibilità di scelta, le somme investite dagli italiani in fondi pensione e pensioni integrative rimangono contenute e rappresentano appena il 9,6% del PIL, uno dei più scarsi tra i Paesi dell’OCSE (dati 2017). Ma qual è l’atteggiamento degli italiani sulla pensione e perché fanno poco ricorso alle soluzioni complementari?
Le risposte a queste domande sono contenute in una ricerca, condotta da State Street Global Advisor in collaborazione con Prometeia, dal titolo “La ri-evoluzione delle pensioni. Rapporto sullo stato dell’arte delle pensioni italiane”. (leggi la ricerca completa) Il rapporto ha esplorato l’atteggiamento delle famiglie verso il risparmio a fini pensionistici.
Quello che è emerso in primis è la mancanza di conoscenza, riguardo ai benefici dei fondi pensione complementari, in particolare tra i più giovani, con il 75% degli under-35 che ritiene di avere nozioni limitate o inesistenti sulle pensioni. Alla domanda su quanto crede di essere informato in merito alle pensioni integrative, ben il 46,5% ha risposto poco, il 29,2% sufficientemente, il 21,9% per niente e un appena 2,3% molto. In totale circa il 70% delle famiglie pensa di non avere informazioni sufficienti sulle pensioni integrative.
Inoltre l’ 81% degli interpellati ritiene che la propria pensione futura non sarà soddisfacente. Alla domanda sul motivo principale per cui non si investe in fondi pensione complementari è perché i costi sono stati di gran lunga la risposta più comune.
Il 36% ha affermato che non ha sottoscritto un fondo pensione complementare, perché troppo caro, seguito da un 18 per cento secondo cui la pensione pubblica sarà sufficiente, a apri merito chi crede che al momento sia troppo presto pensarci.
Eppure, sottolinea la ricerca, questo motivo appare infondato, dato che i costi per i fondi pensione integrativi sono meno di un quarto di quelli dei fondi comuni e di altri prodotti pensionistici privati. Questa risposta rivela che i fondi pensione complementari sono spesso incompresi.