Economia

Perché la benzina in autostrada costa di più

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L’iniziativa trasparenza, avviata dal governo Meloni per contenere il prezzo di benzina e diesel, è stata bollata come un vero e proprio flop dalle principali associazioni dei consumatori. Il costo del carburante, infatti, continua a crescere, anche se dal 1° agosto 2023 è entrato in vigore l’obbligo di esporre i cartelli con i prezzi medi dei carburanti. Dall’entrata in vigore delle nuove misure volute dall’esecutivo, si sono registrati sette giorni di aumenti consecutivi.

Secondo i dati ufficiali in mano al Mise, il prezzo medio della benzina in modalità self è pari a 1,929 euro, mentre quello del diesel è pari a 1,796. Prezzi che iniziano a preoccupare le associazioni a difesa dei consumatori.

Benzina in autostrada sempre più cara, i motivi

Se i prezzi risultano essere particolarmente cari in città, sicuramente quando si fa il pieno in autostrada i prezzi per i consumatori lievitano ulteriormente. Secondo un monitoraggio di Staffetta Quotidiana i prezzi medi possono arrivare ad essere più cari di 20 centesimi rispetto alla media nazionale.

Ma perché in autostrada il prezzo della benzina e del diesel è più alto? La risposta è molto semplice: i 473 distributori che sono presenti nella rete autostradale pagano dei costi maggiori per mantenere attivo il servizio, che vanno, ovviamente, a scaricare sugli automobilisti che fanno il pieno.

Le assegnazioni

Tra i costi che incidono maggiormente sulle autostrade ci sono le assegnazioni. Sulla rete autostradale i distributori, infatti, sono assegnati dal concessionario sulla base di alcuni bandi, che sono regolati direttamente dal Ministero delle Infrastrutture. L’azienda che offre di più si aggiudica la stazione di servizio. I gestori sono tenuti a pagare al concessionario autostradale una sorta di affitto dell’area, i cui costi vengono girati direttamente sugli automobilisti.

I servizi offerti

Le stazioni di servizio presenti sulle autostrade rimangono aperte più ore nel corso della giornata e della settimana. Ma non solo: offrono più servizi rispetto ai distributori della normale rete stradale. Anche questo comporta una serie di costi aggiuntivi che, almeno in parte, vengono coperti dagli automobilisti mentre acquistano benzina o diesel.

I fattori che determinano le differenze di prezzo

Quali sono i fattori che determinano i prezzi della benzina e del diesel? Per calcolare il prezzo dei carburanti, come primo passo è necessario far riferimento a Platts, un’agenzia londinese, che definisce il prezzo di una tonnellata di benzina e di gasolio in dollari prima che questi vengano venduti dalle raffinerie.

Molte compagnie petrolifere fanno riferimento a questa agenzia e al suo listino. Questo significa che il costo netto del carburante viene sostanzialmente definito da questa agenzia. Sul costo finale del carburante incidono le seguenti voci:

  • costo netto del carburante calcolato da Platts è pari al 30%;
  • costo distribuzione, Iva ed accise: è pari al 59%;
  • guadagno finale del benzinaio: 10% circa.

Cosa fa oscillare i prezzi

Abbiamo visto quali sono le voci che determinano il prezzo finale dei carburanti. Ma perché il prezzo della benzina continua ad essere estremamente fluttuante nel corso del tempo? Il fattore che determina in maniera importante l’andamento del prezzo dei carburanti è il prezzo del petrolio. Inevitabilmente il prezzo della materia prima è determinante nel condizionare il prezzo finale.

Devono, inoltre, essere prese in considerazioni le condizioni di mercato. Nel momento in cui la domanda di carburante è elevata, come spesso succede quando si è in procinto di partire per le vacanze, e le scorte di greggio sono basse, le raffinerie potrebbero essere costrette a pagare un sovraprezzo per riuscire ad ottenere le materie prime. Quando la domanda è minore, ovviamente, il costo della materia prima sarà molto basso.

Altro fenomeno complicato da tenere sotto controllo è quello legato all’hedging. Di cosa stiamo parlando? È l’acquisto di contratti futures da parte dei produttori di petrolio e gas, che per mettersi al riparo da potenziali fluttuazioni dei prezzi del petrolio spesso scommettono sulla salita del prezzo nel futuro: nel caso in cui il prezzo aumenta ottengono un profitto dall’investimento, ma perdono nel caso in cui dovesse diminuire.

Dove la benzina costa di più

Ma quali le sono regioni nelle quali i carburanti sono aumentati di più? Secondo l’Unione Nazionali Consumatori, la regione peggiore in termini di aumenti è il Lazio, dove dal 1° agosto è stato registrato un aumento di 1,9 centesimi per un litro di benzina self. Quasi un euro per il rifomento.

Tra le regioni meno virtuose ci sono: Marche, Umbria, Molise e Friuli Venezia Giulia, con un balzo di 1,8 cent al litro, 90 cent per un pieno.