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Perché la Berkshire di Warren Buffett supererà l’S&P 500 nel 2025

L’indice S&P 500 ha vissuto un 2024 brillante, guadagnando circa il 24% (al 30 dicembre). E la Berkshire Hathaway, il conglomerato di Warren Buffett ha avuto un andamento simile. Negli ultimi due anni, il più importante indice azionario statunitense made in USA che segue l’andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione, è salito del 53% circa, sostenuto soprattutto dai titoli tecnologici ad alto rendimento.

E la Berkshire Hathaway ne ha seguito le orme, registrando  un’ottima performance ma c’è anche chi crede che questa tendenza si invertirà nel 2025 e che alla fine Berkshire supererà l’S&P 500. Ecco perché.

Berkshire e S&P500 a confronto

I guadagni di Berkshire e dei mercati in generale sono stati spinti da dinamiche similari, almeno se si confronta il portafoglio azionario di Berkshire, che ammonta a circa 300 miliardi di dollari, con la composizione dell’S&P 500. I Magnifici Sette (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) e Broadcom, che alcuni chiamano i Fatidici Otto, costituiscono più di un terzo dell’indice S&P. I Magnifici Sette ed Apple invece costituiscono circa il 30-40% del portafoglio azionario di Berkshire fino a circa metà del 2024. Dopo due anni straordinari, l’S&P 500 potrebbe continuare a salire nel 2025 anche se l’indice appare eccessivamente concentrato sui titoli delle “fatidiche otto”.

Berkshire ha iniziato a vendere Apple e ora ha ridotto la partecipazione nel titolo del colosso di Cupertino del 67%. Ora, il titolo della mela morsicata rappresenta solo un quarto del portafoglio di Berkshire, che potrebbe continuare a ridurre questa posizione.  In ogni caso, questo pone il portafoglio di Berkshire in una posizione più equilibrata rispetto all’S&P500. Bank of America e American Express rappresentano un altro quarto del portafoglio azionario di Berkshire, mentre un altro quarto è costituito da titoli di altri settori come il petrolio, i beni di consumo e i titoli finanziari diversi dalle banche.

Altro vantaggio per Berkshire è che il conglomerato dispone inoltre di un’enorme riserva di liquidità, che supera i 300 miliardi di dollari e che costituisce un buon cuscinetto. In sostanza l’Oracolo di Omaha è riuscito a tenere il passo con l’impressionante anno vissuto dall’S&P 500 senza fare grandi mosse.

Inoltre, Berkshire è ben posizionata anche per coprire l’inflazione, considerando i suoi numerosi asset e titoli energetici. Berkshire Energy è uno dei maggiori produttori di petrolio nel ricco Texas e possiede anche più del 6% delle azioni in circolazione di Chevron e più del 28% di Occidental Petroleum, una società che alcuni ipotizzano possa essere acquisita da Buffett. Le prospettive per i prezzi del petrolio sono al momento piuttosto ribassiste. Tuttavia, ulteriori tensioni geopolitiche, fluttuazioni dei tassi di interesse o del dollaro americano potrebbero influire sui prezzi del petrolio.