Il Nasdaq 100, che raggruppa i principali titoli tecnologici, nel giro di tre sedute comprese fra il 3 e l’8 settembre, ha cancellato i guadagni realizzati dall’11 agosto in poi con un calo del 10,89% dai massimi toccati il 2 settembre.
Si tratta, com’è noto, di un ribasso che ha colpito le società che più hanno beneficiato della pioggia di acquisti seguita al coronacrash di marzo.
E’ forse la fine di una grande speculazione? Probabilmente no, afferma Lars Kreckel, Global Equity Strategist di Legal & General Investment Management (LGIM):
“Nonostante la sua sovraperformance, la valutazione relativa del settore tecnologico rispetto all’indice S&P 500 oggi è la stessa di gennaio”, ha affermato Kreckel in una nota di analisi, “questo elemento rappresenta una grande differenza rispetto all’impennata del tech nei primi anni ’90, guidata prevalentemente dalle valutazioni”. (E’ possibile confrontare tali affermazioni con il grafico in basso).
Secondo Kreckel, “mantenere una posizione lunga sulla tecnologia significa essere convinti di un cambio di passo importante nell’andamento dei guadagni relativi, aspetto che non sembra poi così inverosimile”.
Anche per questo LGIM afferma di “mantenere la posizione in questo settore, pur rimanendo vigili nel cercare segnali di eccesso nella corsa del tech”.
Il rischio di strette nella regolamentazione
A proposito di rischi per il settore tech, Kreckel ha citato in particolare la possibilità che il settore subisca significative strette nella regolamentazione che potrebbero limitarne i profitti:
“Quanto alla regolamentazione, il nostro scenario di riferimento è un suo progressivo inasprimento”, ha affermato Kreckel, precisando poi che “un secondo mandato di Trump potrebbe a lunghi tratti rappresentare una continuazione di quanto visto negli ultimi anni, mentre una vittoria di Joe Biden aprirebbe uno scenario meno certo”.
Dello stesso avviso sembra essere anche Credit Suisse nel suo report “Global Equity Strategy Equities: The bull market continues”.
In generale, si legge nel documento, il controllo normativo sulla tecnologia è “probabile che aumenti”. Infatti, “sia Trump che Biden hanno mostrato sostegno per le indagini antitrust a carico di grandi aziende tecnologiche e Biden si è detto a favore della rimozione della Sezione 230 del Communications Decency Act per alcune società di social media, attualmente esonerate dalla responsabilità legale per il materiali pubblicati sul loro sito”.