NEW YORK (WSI) – Si chiama Eric Ben Artzi la talpa, in gergo il whistleblower, che ha aiutato la Sec (Securities and Exchang Commission), la Consob americana, a incastrare nel maggio 2015 Deutsche Bank per le sue pratiche contabili irregolari costate alla banca tedesca ben 55 milioni di dollari.
Nel 2010-2011 la talpa, ex dipendente dell’istituto di credito, insieme ad altre due persone aveva comunicato ai regolatori Usa che Deutsche Bank gonfiava il valore del suo enorme portafoglio di derivati. Una soffiata che per le regole dell’autorità di Borsa Usa prevede una maxi ricompensa da ben 8 milioni di dollari. La notizia è che Ben Artzi oggi ha rifiutato tutti quei soldi. Il motivo, che gli fa onore, lo spiega lui stesso in un editoriale scritto di suo pugno e pubblicato sul Financial Times.
“Anche se ho bisogno del denaro ora più che mai, non mi unirò al saccheggio delle persone che ero chiamato a proteggere quando sono stato assunto”.
Ben Artzi non vuole accettare la maxi ricompensa in segno di protesta contro la Sec, colpevole a suo dire di non aver punito i dirigenti responsabili di quelle pratiche scorrette.
“Le vittime principali sono stati gli azionisti e i dipendenti della banca che ora stanno perdendo il lavoro mentre i top manager se ne sono andati con bonus multi-milionari calcolati sulla base di bilanci non corretti. È dunque particolarmente deludente che nel 2015, dopo una lunga indagine a cui hanno contribuito vari informatori, la Sec abbia imposto una multa agli azionisti di Deutsche e non ai manager responsabili (…) non era mia intenzione trasformare un lavoro nella gestione del rischio in una crociata ma dopo avere sofferto per mano di top manager di Deutsche non mi unirò a loro semplicemente perché non posso batterli”.
Alla luce di questo Ben-Artzi ha chiesto che gli 8 milioni di dollari della sua maxi ricompensa sia devoluto dalla Sec per un programma lanciato nel 2011 nell’ambito della riforma finanziaria Dodd-Frank “sia dato a Deutsche e ai suoi azionisti e che il denaro [del premio Sec] sia attinto dai bonus pagati agli executive di Deutsche, specialmente gli ex avvocati di punta della Sec”.