ROMA (WSI) – L’agenzia di rating Moody’s ha rivisto al ribasso le stime sui prezzi del petrolio relativi al prossimo anno, prevedendo un “periodo prolungato di eccesso di offerta”.
Moody’s stima ora che i prezzi del Brent crude si attesteranno in media, nel corso del 2016, a $43 al barile, in calo deciso rispetto ai $53 attesi in precedenza. Le stime sul contratto WTI scambiato a New York sono state tagliate da $48 a $40.
L’agenzia di rating prevede anche che entrambi i contratti saliranno di appena $5 al barile, sia nel 2017 che nel 2018. Il tutto, a causa degli elevati livelli di produzione a livello globale, che hanno reso l’offerta ben superiore ai consumi di petrolio.
Particolare attenzione viene data all’Iran, che inonderà il mercato con nuovi barili, una volta che le sanzioni saranno eliminate.
Terry Marshall, vice presidente senior presso Moody’s, ritiene che le aziende petrolifere inonderanno il mercato a un ritmo più veloce di quello a cui il petrolio sarà consumato:
“Ci vorrà del tempo prima che queste grandi scorte globali vengano smobilizzate. Tale fattore, combinato con la possibilità di una nuova offerta in arrivo dall’Iran, ci porta a prevedere che i prezzi del petrolio rimarranno più bassi per un periodo di tempo più lungo rispetto a quanto in precedenza anticipato.
Nella giornata di ieri, i prezzi del petrolio scambiati a New York, sul mercato Nymex, hanno sfondato al ribasso anche la soglia dei $35 al barile, al nuovo minimo in sette anni, mentre il Brent Crude è crollato fino a quota $36,42, con un tonfo -4%, avvicinandosi al minimo di $36,20 testato ai tempi della crisi finanziaria, alla fine di dicembre del 2008.
Alle 10,52 ora italiana, il contratto WTI scambiato a New York sale +0,28% a $36,41; Brent +0,66% a $38,17.