ROMA (WSI) – Dopo aver assistito inerme per diversi mesi al tonfo dei prezzi del petrolio, l’Opec ha lanciato un messaggio nel suo ultimo bollettino, manifestando preoccupazione. Da segnalare il balzo +25% dei futures sul petrolio scambiati a New York, nell’arco di appena tre sedute, sulla scia degli ultimi dati relativi alla produzione Usa. Nella giornata di ieri, il contratto WTI con scadenza a ottobre scambiato sul Nymex, è balzato di $3,98, o +8,8%, a $49,20 al barile, mentre il Brent quotato a Londra è volaro di $4,10 euro, o +8,2%, per terminare le contrattazioni a $54,15.
Guardando alla performance dei tre giorni, si è trattato del maggior guadagno in tre giorni dal 1990.
A scatenare il rally è stato proprio il bollettino dell’Opec, nonostante i toni vaghi.
“La continua pressione sui prezzi, causata da una produzione più alta di crude, e dalla speculazione sui mercati, rimane fonte di preoccupazione per l’Opec e i suoi membri, di fatto per tutti coloro che partecipano al settore”, si legge nel report. L’Opec ha rifiutato di tagliare il proprio output in assenza di interventi anche da parte di altri paesi come la Russia, che hanno deciso di non ridurre la loro produzione.
“Come sempre, l’Opec continuerà a fare tutto quanto è in suo potere per creare un contesto giusto che permetta al mercato del petrolio di raggiungere una condizione di equilibrio, caratterizzata da prezzi giusti e ragionevoli”, si legge nel rapporto.
Ma si tratta davvero di un’apertura dell’Opec all’ipotesi di un taglio? Secondo Ed Morse, osservatore dell’Opec presso Citi, il contenuto del bollettino è stato frainteso. “Quasi tutti i funzionari dell’Opec sono ancora in vacanza e l’assenza di ulteriori report suggerisce che nessuno davvero ha suggerito un cambio di politica”.
Gli ultimi dati Usa resi noti dall’EIA (Energy Information Administration) hanno indicato che nel mese di giugno la produzione di petrolio degli Stati Uniti è scesa di 9,3 milioni di barili al giorno, in calo rispetto al picco di 9,6 milioni di barili al giorno di aprile. L’EIA ha precisato che l’offerta dei primi sei mesi del 2015 è stata in media di 9,4 milioni di barili al giorno, e non di 9,5 milioni di barili al giorno come inizialmente riportato. (Lna)