NEW YORK (WSI) – Anche se gli investitori hanno inizialmente accolto con favore l’accordo di massima raggiunto ad Algeri dove è in corso la riunione dei maggiori paesi esportatori di petrolio al mondo, molti di loro continuano a nutrire dubbi sull’effettiva natura ed efficacia dell’intesa dell’Opec.
Alcuni analisti hanno espresso preoccupazione circa il fatto che i membri del cartello non siano stati troppo chiari sui reali livelli di produzione del proprio paese e non abbiano sempre rispettato le quote decise in sede formale.
“L’Opec non ha i poteri per fare rispettare le quote” con la forza, ha detto Jonathan Chan, un analista del settore energetico presso Phillip Futures. Questo accordo secondo lui “non ha alcun significato” perché molto semplicemente è un “accordo fasullo“.
L’intesa all’inizio è piaciuta al mercato, perché ha offerto per una volta un segnale positivo sulle capacità dell’Opec di trovare un punto d’incontro, anche con i paesi non facenti parte dell’organizzazione come la Russia. Ha un valore storico in particolare l’accordo raggiunto tra i nemici dichiarati Arabia Saudita e Iran, con quest’ultimo Stato che è tornato soltanto da qualche mese sul mercato come conseguenza dell’interruzione di gran parte delle sanzioni economiche occidentali.
Tutte queste ragioni hanno fatto si che dopo una bella corsa mercoledì scorso, da ieri i future principali sul petrolio hanno iniziato a battere la ritirata e in questo momento cedono terreno in Europa.
Sui mercati energetici, il contratto sul Wti americano con consegna novembre cede l’1,19% a 47,27 dollari al barile al momento, mentre il future con scadenza analoga sul Brent londinese lascia sul campo l’1,2% a quota 48,64 dollari.