L’Arabia Saudita ha dichiarato che avrebbe esteso ad agosto il taglio della produzione di 1 milione di barili al giorno, inizialmente previsto per luglio. Questa decisione fa seguito agli sforzi congiunti dell’Arabia Saudita e della Russia, i due principali produttori di petrolio al mondo, per sostenere il mercato globale dell’energia. I tagli volontari alla produzione di petrolio non richiedono l’approvazione unanime dei membri dell’OPEC+ e non devono essere attuati da tutti i paesi del gruppo.
Collaborazione solida fra Russia e Arabia Saudita
L’Arabia Saudita e la Russia hanno stretto una forte collaborazione nel quadro dell’alleanza OPEC+, che comprende l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati. Sin dal novembre dello scorso anno, l’OPEC+ ha ridotto la produzione di petrolio per far fronte al calo dei prezzi. Questi tagli volontari si aggiungono a quelli già annunciati ad aprile, che erano stati estesi fino alla fine del 2024 durante la riunione ministeriale del gruppo a giugno.
Tuttavia, sono emerse alcune domande sulla misura in cui la Russia onorerà i suoi impegni volontari di riduzione della produzione di petrolio. La Russia ha sospeso la pubblicazione delle statistiche ufficiali sulla produzione di petrolio e gas fino ad aprile 2024, il che ha creato opacità sulla sua capacità di rispettare gli accordi presi. Al fine di verificare l’impegno della Russia, si è deciso di attuare una riduzione delle esportazioni anziché della produzione, consentendo ai partecipanti di mercato di verificare l’entità dei tagli effettuati.
Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha sottolineato che la cooperazione tra l’Arabia Saudita e la Russia nel settore petrolifero è solida e che l’OPEC+ continuerà a sostenere da vicino il mercato. Ha citato la famosa frase di Ronald Reagan, “Trust but verify” (fidati ma verifica), per indicare l’importanza delle fonti indipendenti nell’assicurare la conformità degli impegni presi.
Come ha reagito il mercato del petrolio?
Nonostante gli annunci di tagli alla produzione, i prezzi del petrolio Brent si sono mantenuti appena al di sopra della soglia dei 75 dollari al barile, senza ricevere un sostegno significativo dalle riduzioni volontarie. La situazione economica globale e le preoccupazioni sulla domanda hanno limitato l’effetto delle decisioni prese dall’OPEC+.
Il ministro Abdulaziz ha dichiarato che l’OPEC+ farà “tutto il necessario” per sostenere il mercato, ma non ha specificato ulteriori azioni da intraprendere. L’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede un aumento della stretta sul mercato petrolifero nel secondo semestre del 2023, principalmente a causa dei tagli di produzione dell’OPEC+.
Il CEO di Saudi Aramco, Amin Nasser, si è mostrato ottimista riguardo alla crescita della domanda nel medio termine, sottolineando il recupero dell’economia cinese e del consumo globale di carburante per aeromobili, che si stanno riprendendo dalla contrazione causata dalla pandemia.
Gli analisti di Morgan Stanley hanno tuttavia ridotto le loro previsioni sul prezzo del petrolio, prevedendo un surplus nella prima metà del 2024 a causa dell’aumento della produzione al di fuori dell’OPEC+ che supererà la domanda.
Il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al Mazrouei, ha dichiarato che i tagli alla produzione annunciati sono sufficienti per bilanciare il mercato petrolifero e che gli Emirati Arabi Uniti non parteciperanno a ulteriori riduzioni poiché già producono al di sotto della propria capacità. Ha anche suggerito di coinvolgere nuovi paesi produttori per garantire un adeguato approvvigionamento di petrolio in futuro.