Il conflitto in Iraq ha portato ancora una volta alla ribalta il problema delle risorse petrolifere mondiali e del costo dell’energia.
La riserva attuale di petrolio dell’Iraq e’ stimata in 112 miliardi di barili e per la maggior parte e’ situata al sud del Paese. Secondo gli esperti, se si dovesse procedere ad una esplorazione su tutto il territorio si potrebbero superare i 300 miliardi di barili di risorse sfruttabili. E’ chiaro che se le proiezioni sugli aumenti del consumo, che vogliono una richiesta mondiale in crescita dagli attuali 80-85 milioni di barili al giorno ai 112 del 2020, dovessero risultare veritiere, il peso dell’Iraq, che detiene la seconda riserva di greggio al mondo (la prima spetta all’Arabia Saudita), diventa strategicamente molto importante.
Nell’immediato, tuttavia, la situazione delle risorse petrolifere mondiali ha dei risvolti diversi da quelli sopra delineati. Oggi l’Iraq e’ in grado di estrarre poco piu’ di due milioni di barili al giorno, e in questo momento neanche quelli, a causa del conflitto. Per ripristinare la capacita’ produttiva pre-guerra saranno necessarie grosse ristrutturazioni degli impianti gia’ esistenti, e per fare del Paese un esportatore di greggio di prima grandezza servirebbero investimenti che al momento nessuna grande oil company andrebbe ad effettuare in un posto tanto insicuro.
Sono altre le nazioni in grado di influenzare l’approviggionamento di oro nero sul mercato mondiale. In particolare potrebbe essere fondamentale quanto sta accadendo in Nigeria…
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