La recente corsa delle quotazioni del greggio sembra destinata a continuare nei prossimi mesi. La pensa così Majid Jafar, CEO Crescent Petroleum, produttore di petrolio con sede negli Emirati Arabi, che parlando ieri al World Economic Forum (WEF) di Davos, non esclude un rimbalzo dei prezzi fino a 80 dollari al barile entro fine anno.
L’accelerazione al rialzo dei prezzi – secondo Jafar – potrebbe essere favorito dalle crescenti preoccupazioni di un brusco calo della produzione di uno dei maggiori produttori dell’America Latina, il Venezuela.
Non solo. Nei prossimi, secondo il numero uno di Crescent Petroleum, la tendenza al rialzo potrebbe essere confermata
“a causa degli investimenti inferiori alla media storia che abbiamo avuto negli ultimi anni”. Questo fattore insieme all’ipotesi che la crescita globale continui ” potrebbe provocare uno shock al rialzo dei prezzi del petrolio”.
Gli investitori iniziano intanto a chiedersi se questo trend all rialzo del greggio finirà per danneggiare la crescita economica.
In uno studio recente di BofA Merrill Lynch, gli esperti dell’investment bank sottolineando che la corsa dell’oro nero potrebbe rappresentare un rischio per la crescita economica, ma solo se questo supererà i 100 dollari. Un target ancora lontano da raggiungere e che, secondo gli esperti, ha basse probabilità di verificarsi.
Questa mattina intanto i prezzi del petrolio sono stabili a 64,47 dollari per il barile Wti e a 69,81 dollari per il Brent.