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Petrolio in calo, aspettando l’Opec+. Le attese di mercato

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Fari del mercato puntati sul petrolio, in vista di giovedì 4 marzo, data in cui tornerà a riunirà l’Opec+ a Vienna.
Cosa aspettarsi? Le aspettative del mercato sono per un ulteriore aumento dell’output da parte dei principali paesi produttori, di pari passo con la ripresa dell’economia globale. Fonti interne dell’organizzazione hanno infatti affermato che starebbero considerando un aumento della produzione di 500.000 barili al giorno da aprile: uno scenario che non produrrebbe accumulo di scorte.

Di questa idea sono anche gli analisti di Equita, secondo cui  i big del petrolio decideranno di allentare i tagli all’offerta di petrolio da aprile grazie alla ripresa dei prezzi.

L’Opec+, va ricordato, aveva tagliato la produzione per 9,7 milioni di barili giornalieri l’anno scorso a causa del crollo della domanda nell’inizio della pandemia.
In questo contesto l’Arabia Saudita ha effettuato tagli volontari extra per febbraio e marzo per 1 milione di barili al giorno, oltre cioè ai tagli Opec+.

“E’ ragionevole ritenere – dicono da Equita – che l’Arabia Saudita allenterà quel taglio unilaterale anche se solo in maniera graduale.Nella settimana in corso, i prezzi del petrolio potrebbero rimanere sotto pressione poiché gli investitori riducono il rischio sulle posizione in vista della riunione Opec+, che tuttavia potrebbe far allentare le tensioni sui prezzi, data la forte capacita’ produttiva del cartello attualmente ferma (circa 8 milioni di barili giornalieri. – sottolinea il broker – La nostra stima del Brent sul 2021 e’ pari a 50 dollari al barile e 55 nel 2022”.

Petrolio: prezzi in calo le quotazioni dei titoli Oil

In attesa dell’aumento della produzione, prezzi del petrolio si muovono in calo. Le quotazioni del greggio WTI scendono dello 0,97% a 60,05 dollari al barile dopo essere risalite la vigilia sopra 62 dollari. I prezzi del Brent cedono l’1,07% a 63,01 al barile.

Male anche i petroliferi sulle piazze europei. A Milano in coda al listino principale ci sono Eni e Saipem, che cedono oltre l’1% rispettivamente a 9,4 e 2,2 euro. A Parigi Total cede l’1,2%; a Londra Bp il 2,4% e Royal Dutch Shell l’1,7%.