I prezzi del petrolio hanno ridotto le perdite dopo essere scesi di oltre 2 dollari all’inizio della sessione, poiché un dollaro più debole ha parzialmente compensato i timori sulla domanda derivante dall’aumento dei casi di COVID-19 in Cina. I futures sul Brent per febbraio sono scesi dell’1,3%, a $ 82,18 al barile. I futures sul greggio US West Texas Intermediate sono scesi dell’1,36%, a $ 77,89 al barile.
I contratti hanno ridotto le perdite quando il dollaro USA è scivolato, con gli investitori nervosi quando l’ottimismo iniziale sulla riapertura della Cina è svanito. Un dollaro più debole rende il petrolio più economico per i detentori di altre valute e può aumentare la domanda.
La portata dell’ultima epidemia cinese di COVID e i dubbi sui dati ufficiali hanno spinto alcuni paesi a emanare nuove regole di viaggio per i visitatori cinesi, anche se il più grande importatore mondiale di petrolio greggio ha iniziato a smantellare il regime di blocchi e test COVID.
Le scorte di greggio statunitense sono diminuite meno del previsto, di circa 1,3 milioni di barili, nella settimana terminata il 23 dicembre, secondo fonti di mercato che citano i dati dell’American Petroleum Institute. Il governo degli Stati Uniti ha pubblicato i dati alle 17:00 (ora italiana) erano attesi -1.2 milioni di barili, ma le aspettative sono state smentite dato che è stato comunicato un aumento di 0.7 milioni di barili.
I mercati, tuttavia, hanno ottenuto un certo sostegno dal divieto del presidente russo Vladimir Putin sulle esportazioni di petrolio greggio e prodotti petroliferi dal 1° febbraio per cinque mesi alle nazioni che rispettano un tetto massimo di prezzo occidentale.
L’operatore russo dell’oleodotto Transneft ha affermato che KazTransOil del Kazakistan ha richiesto ulteriori 1,2 milioni di tonnellate di capacità sull’oleodotto Druzhba per il 2023 per facilitare le spedizioni extra di petrolio verso la Germania, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa RIA Novosti.