PARIGI (WSI) – Un ulteriore crollo dei prezzi del petrolio è quello che prevede l’AIEA, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica secondo cui il mondo potrebbe affogare nell’eccesso di offerta di greggio. Una dichiarazione che sta mettendo ulteriormente sotto pressione il settore petrolifero, energetico e minerario in Borsa, con le quotazioni del greggio in calo del 2-3%.
L’inverno mite ha fatto crollare la domanda e ora l’Iran aumenta l’export. Per l’agenzia Ocse il prezzo del barile può scendere ancora. Così se l’Iran, fresco del recente accordo sul nucleare e della fine delle sanzioni economiche, essendo un potente membro nel gruppo dei paesi produttori di oro nero, si affretta ad offrire il suo petrolio a condizioni interessanti, gli altri come l’Arabia Saudita non potranno certo stare in disparte. In questo scenario, ha affermato l’agenzia con sede a Parigi, “sarebbe enorme lo sforzo sulla capacità del sistema energetico di assorbire la sovrabbondanza” che si verrà a creare, mettendo così il mondo vicino al rischio di “affogare” nella eccessiva offerta di greggio.
Come sottolinea Neil Atkinson, il nuovo capo della divisione mercato petrolifero dell’AIEA:
“La portata esatta della sovrabbondanza è difficile da stimare ma l’Iran sta dimostrando di esser ritornato in gioco. L’Arabia Saudita e altri si stanno assicurando di non rimanere fuori e non rinunciano alla lotta, nè tantomeno sono pronti a riaccogliere l’Iran. Si tratta a tutti gli effetti di un libero mercato”.
In 18 mesi i prezzi del petrolio sono crollati di quasi il 75% e i più grandi produttori si sono rifiutati di cedere terreno, con rifornimenti e inventari arrivati a livelli quasi record. Le scorte petrolifere globali sono aumentate di 1 miliardo di barili nel 2015 rispetto all’anno precedente e l’AIEA ha previsto un ulteriore incremento di 285mila barili nel corso del 2016. Scorte che finiranno per mettere sotto pressione le infrastrutture e unità di stoccaggio.
A tutto ciò si aggiunge il taglio alla domanda globale di petrolio. Se il 2015 è stato uno degli anni con maggiori incrementi del volume della domanda globale di petrolio, il 2016 sarà diverso secondo l’Agenzia. “Il nuovo anno è stato inondato di pessimismo circa la crescita economica”. Così un inverno più caldo, un dollaro più forte e tagli ai sussidi dei paesi produttori hanno finito per indebolire le prospettive di crescita della domanda di petrolio che sarà ulteriormente ridotta nel 2016 secondo l’AIEA.