Fari puntati sul vertice Opec+ in programma oggi e domani, 1 e 2 luglio, a Vienna che dovrà decidere il futuro dei tagli alla produzione di petrolio. Le ultime previsioni propendono verso una proroga degli accordi per contenere l’offerta non più per sei ma per un termine temporale più lungo, a nove mesi, ossia fino a marzo 2020.
Il summit tra i paesi produttori di greggio dell’OPEC e la Russia, OPEC Plus per l’appunto in riferimento alla partecipazione di Mosca, dovrebbe ratificare la prosecuzione della strategia di tagli alla produzione dopo che tale linea è stata concordata dal presidente russo Vladimir Putin e dal principe saudita Mohammed bin Salman, incontrati sabato a margine del G20 di Osaka.
Nessuno degli altri paesi partecipanti all’Opec pare voler contestare questa decisione e persino l’Iraq, che in passato non aveva messo i bastoni tra le ruote alla coalizione Opec-non Opec, con un comunicato ufficiale a firma del ministro Thamer Ghadhban, ha sottolineato che stavolta non punterà i piedi.
I principali produttori di petrolio si stanno orientando verso la decisione di estendere per 6-9 mesi l’accordo sulla produzione La posizione dell’Iraq è favorevole, affronta la realtà delle sfide sul mercato del petrolio e sostiene tutti gli sforzi relativi al bilanciamento tra domanda e offerta.
Anche delegati della Nigeria e del Venezuela si sono detti favorevoli al mantenimento dei tagli produttivi. Se quindi con tutta probabilità continueranno i tagli di produzione, l’unico punto di incertezza sul vertice OPEC+ riguarda invece la durata dal rinnovo, 6 mesi oppure 9 mesi. L’ipotesi prevalente è quella più lunga, dei 9 mesi come si evince dalle parole del segretario generale dell’Organizzazione, Mohammad Barkindo:
Più lungo è l’orizzonte temporale, più forti sono le certezze per il mercato.