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Petrolio Opec sotto quota $40: prima volta dal 2009

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NEW YORK (WSI) – Dopo gli attentati di Parigi tutto potrebbe cambiare, ma difficilmente l’oro nero invertirà rotta. Il prezzo del petrolio esportato dai paesi dell’Opec è sceso oggi per la prima volta dal 2009 sotto il livello di 40 dollari al barile.

Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Dow Jones. Secondo un delegato del cartello dei paesi produttori ed esportatori, tuttavia, il prezzo del greggio potrebbe nel medio periodo segnare un aumento per via delle tensioni geopolitiche in Siria e Iraq.

Sono molti gli analisti che continuano a credere che il prezzo del greggio resterà sotto pressione per via delle riserve abbondanti e della domanda mondiale debole per via di una crescita economica mondiale che resta sotto pressione.

A questo proposito, oggi, gli analisti di Morgan Stanley hanno ribadito la loro view negativa sul settore. Per la prima meta’ del 2016 – sostengono gli esperti della banca americana – prevediamo una conferma dell’andamento debole dei prezzi sotto il peso dei venti deboli che soffiano sull’economia mondiale ma anche per effetto degli stock di petrolio che continueranno a crescere.

Da giugno del 2014 a oggi, le quotazioni del greggio hanno subito un calo del 60% circa sulla scia soprattutto del rallentamento delle economie asiatiche e della Cina in particolare.

Intanto, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) nel suo ultimo rapporto mensile sul mercato energetico aveva sottolineato che l’offerta era salita su livelli eccezionali, un po’ sulla falsariga di quanto evidenziato dall’Opec. Il cartello dei paesi produttori di greggio ha dichiarato che le scorte di barili sono giunte a un livello record, pari a circa 3 miliardi a settembre. Dal canto suo l’AIE ritiene che si tratta di “un cuscinetto senza precedenti contro eventuali shock geopolitici o inattese interruzioni dell’offerta”. Come se non bastasse, l’AIE ritiene che nel 2016 ci sarà anche un calo della produzione non-Opec, oltre a una riduzione significativa della domanda dopo il boom di 1,8 milioni di barili al giorno nel corso del 2015.

Oggi intanto il contratto Wti con scadenza dicembre scivola dell’1% circa a 40,33 dollari al barile.