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Petrolio: saga continua, sfiorati minimi di 11 anni

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NEW YORK (WSI) – Ormai secondo alcuni analisti, come il presidente di Franklin Templeton Mark Mobius, la fase ribassista del petrolio dovrebbe essere in procinto di toccare il fondo. Intanto però la saga continua. I prezzi del greggio hanno sfiorato i minimi di 11 anni e mezzo, appesantiti dal rafforzamento del petrolio e dal contemporaneo incremento delle scorte.

Sull’andamento positivo del biglietto verde ha influito la decisione – storica ma senza sorprese per la verità – della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse guida per la prima volta da quasi un decennio.

“In giro non si trovano motivi per comprare“, è l’avvertimento alle sale operative di Jasper Lawler, analista di CMC Markets. Il contratto sul Brent con scadenza febbraio ha perso 20 centesimi da stamattina, attestandosi a quota 37,19 dollari al barile. Il benchmark inglese ha ceduto il 3,3% ieri.

Se dovesse scendere anche sotto l’area dei $36,20, allora si potrà dire che è sui minimi di undici anni e mezzo. Sono infatti livelli che non si vedevano da luglio 2004.

I dati del governo Usa hanno evidenziato un nuovo incremento inaspettato delle scorte di barili di oro nero. L’offerta è da tempo in sovraccarico e l’arrivo sul mercato di un grande paese esportatore come l’Iran, ora che le sanzioni internazionali sono state revocate, non aiuta.

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Nel solo mese di dicembre le quotazioni del petrolio hanno lasciato sul parterre dei mercati il 17%. E pensare che i futures sul Brent valevano 115 dollari al barile a giugno dell’anno scorso, mentre quelli analoghi sul Wti americano 108 dollari.

Il contratto Wti con consegna gennaio è in ribasso di 33 centesimi al momento sui mercati, attestandosi in area 35,19 dollari al barile. Ieri i futures americani sulla materia prima hanno accusato una perdita di ben il 5%.