In volata il prezzo del petrolio, con il Brent (riferimento europeo) che si trova a quota $84 con un progresso di oltre il 6% soltanto nelle ultime 2 sedute; mentre il Wti (benchmark statunitense del greggio) è salito fino all’8%, il più grande rialzo intraday da più di un anno, prima di stabilizzarsi vicino a quota $80 al barile.
Gli acquisti odierni sono spinti dalla decisione dell’Opec, che nella riunione di questo fine settimana ha deciso ha sorpresa di tagliare la produzione di greggio di 1,15 milioni di barili al giorno a partire da maggio fino alla fine dell’anno, con lo scopo di ridurre l’offerta sostenendo così le quotazioni di petrolio.
La notizia: l’Opec taglia la produzione di petrolio
Il taglio è stato guidato dalla decisione dell’Arabia Saudita che ridurrà la sua produzione di 500.000 barili al giorno, una mossa giustificata come “una misura precauzionale volta a sostenere la stabilità del mercato petrolifero“.
Il resto dei tagli sarà distribuito tra gli altri paesi dell’Organizzazione, con l’Iraq che taglierà 211mila barili, gli Emirati Arabi 148mila, il Kuwait 128mila, il Kazakstan 78mila, mentre l’Oman 40mila barili.
Ma non solo. La Russia ha annunciato che il taglio da mezzo milione di barili di petrolio che aveva precedentemente annunciato da marzo a giungo sarà prorogato per tutto il resto dell’anno.
Ricordiamo che le nazioni del Golfo Persico come l’Arabia Saudita e l’Iraq vendono la maggior parte del loro petrolio in Asia, con Cina, India, Giappone e Corea del Sud tra i maggiori acquirenti.
Le conseguenze del taglio della produzione
Con il taglio odierno si calcola che ci saranno 1,6 milioni di barili al giorno in meno di petrolio sul mercato tra luglio e dicembre, pari all’1,6% dell’offerta globale. Il consumo globale di petrolio che si attesta a circa 100 milioni di barili al giorno.
Intanto, le conseguenze più importanti sono le seguenti:
- Il balzo dei prezzi del petrolio inevitabilmente aumenterà anche i profitti dei produttori locali di petrolio e gas.
- Al contempo, la produzione di petrolio aumenta le preoccupazioni per la stabilità dell’economia, in quanto impatta sul consumo negli Stati Uniti e in Europa.
Una mossa inattesa: aumento delle tensione tra USA e Arabia Saudita
“Questa decisione non sarà certamente accolta con favore dalla Casa Bianca“. La mossa infatti inietta nuove tensioni nelle relazioni tra Arabia Saudita e Stati Uniti, che si sono deteriorate già da luglio, quando Biden visitò il regno nella speranza di convincere i politici a pompare più petrolio. Ricordiamo che le relazioni tra i due Paesi sono state già messe a dura prova lo scorso ottobre, quando l’OPEC+ tagliò la sua produzione di 2 milioni di barili al giorno poche settimane prima delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti.
In quest’ottica, “la decisione dell’Arabia Saudita evidenzia che le sue relazioni bilaterali con la Cina stanno diventando sempre più importanti”, afferma Helima Croft , responsabile della strategia globale delle materie prime presso RBC Capital Markets. “La Cina è già il partner commerciale più importante del regno e il futuro economico del paese è visto come residente a est”.
Occhio all’inflazione
Il taglio shock da un milione di barili riporta in primo piano le preoccupazioni sulle pressioni inflazionistiche, il che si aggiunge alle tensioni che l’inasprimento monetario aggressivo da parte delle banche centrali possano far precipitare l’economia globale in recessione.
In questo contesto arriva il commento della Casa Bianca che descrive la decisione dell’OPEC+ come una mossa sconsiderata nelle attuali condizioni di mercato e ha aggiunto che gli Stati Uniti collaboreranno con produttori e consumatori per gestire i prezzi della benzina per gli americani.
In tal senso, prezzi del petrolio più alti possono infatti portare ad una riduzione della domanda di greggio, esacerbando l’inflazione che le banche centrali stanno cercando di combattere, aumentando così i rischi di recessione”.
“L’OPEC+ ha un potere di determinazione dei prezzi molto significativo rispetto al passato“, hanno dichiarato alcuni analisti di analisti Goldman Sachs. “Il taglio a sorpresa di oggi è coerente con la loro nuova dottrina di agire preventivamente perché possono farlo senza perdite significative di quote di mercato“. Tuttavia, non è chiaro quanto dei tagli pianificati si tradurrà in effettive riduzioni di volume, dato che storicamente l’OPEC non è riuscita ad attuare pienamente i tagli concordati.
Il taglio a sorpresa dell’OPEC riaccende l’ansia per l’inflazione, rilanciando le scommesse secondo cui la Federal Reserve statunitense e le altre principali banche centrali saranno costrette a tornare in modalità restrittiva per contenere la ripresa dell’inflazione alla pompa di benzina. I mercati ora implicano una probabilità del 64% che la banca centrale degli Stati Uniti alzerà il tasso sui Fed funds di 0,25 punti percentuali il mese prossimo fino a un intervallo superiore del 5,25%, solo una settimana fa questa probabilità era al 48%.
Questo ha fatto impennare i rendimenti dei Treasury statunitensi mentre gli operatori hanno rafforzato i rendimenti obbligazionari statunitensi, con quelli a due anni che sono saliti di 7 punti base al 4,1%, mentre il rendimento di riferimento a 10 anni ha aggiunto 5 punti base al 3,52%.
Cosa dicono gli analisti
Il mercato ora scommette che il prezzo del petrolio tornerà presto a 100 dollari, con gli analisti che ritengono probabile che il greggio estenda il suo rialzo man mano che l’offerta si restringe e la domanda di trasporti cinese si riprende.
In seguito a questo taglio di produzione gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato le loro previsioni sul prezzo del petrolio Brent che è visto ora a 95 dollari al barile per dicembre di quest’anno dai 90 dollari precedenti, e a 100 dollari per dicembre 2024 dai 95 dollari.
Secondo gli analisti di Bank of America,”qualsiasi variazione inaspettata di 1 milione di barili al giorno nelle condizioni di domanda o offerta nel corso di un anno può avere un impatto sui prezzi tra $ 20 e $ 25 al barile“.
La probabilità di raggiungere $100 prima della fine dell’anno “è certamente aumentata a seguito di queste misure”, ha dichiarato Daniel Hynes, senior strategist delle materie prime di ANZ, su Bloomberg Television.
Analisi tecnica: l’andamento del prezzo del petrolio Brent
Andamento sostenuto per il petrolio Brent che questa mattina avvia le contrattazione in netto rialzo sopra il livello di resistenza a $84. In particolare il Brent ha superato al rialzo le precedenti aree di resistenza poste prima a quota 81 dollari (data dalla media mobile a 50 periodi), ma anche la resistenza data dalla trendline ribassista (linea blu) che ha accompagnato il prezzo del greggio europeo durante tutto il 2022.
Adesso il prezzo del Brent si sta avvicinando alla media mobile a 200 periodi che transita a 90 dollari al barile e il breakout al rialzo di questo livello potrebbe dare un’ulteriore spinta al prezzo del prent con target il raggiungimento della successiva resistenza a quota 98 dollari.