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Pharma nei guai per medicinali in Cina: scattano controlli

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NEW YORK (WSI) – Le autorità cinesi in questi giorni stanno esaminando e controllando i prezzi che le case farmaceutiche di 60 società straniere, tra cui anche gruppi come la giapponese Astellas, gli statunitensi di Merck e l’azienda GlaxoSmithKline del Regno Unito, hanno fissato per i loro prodotti in Cina.

Un consulente del settore farmaceutico ha dichiarato al Financial Times: “Sapevamo che i prezzi erano sotto esame con l’arrivo di un nuovo ministro della Salute. Tutti se lo aspettavano, però forse nessuno si aspettava che questo avvenisse così in fretta e in una maniera cosí completa”.

Le multinazionali del farmaco sono nei guai. I controlli sono molto severi e avvengono per verificare che i prezzi non siano più alti rispetto a quelli prefissati.

Un’analisi dello scorso gennaio ha mostrato come fino al marzo del 2011 già in 5 occasioni vi sono stati dei tagli ai costi dei medicinali. Tagli intorno al 15, 20%.

L’incremento della popolazione in Cina, poi, unito alla rapida crescita economica che ha arricchito la classe media e al miglioramento delle strutture sanitarie hanno attratto molte industrie farmaceutiche straniere nella potenza asiatica.

Le statistiche ufficiali parlano di un fatturato pari a 71 miliardi di dollari nel solo 2011 per i prodotti farmaceutici. Questo porterà la Cina ad essere nel 2020 il secondo mercato mondiale (ora è il terzo).

Angus Cole, direttore in Cina presso Deloitte, azienda di servizi di consulenza e revisione, ha dichiarato: “Il taglio dei prezzi è un trend generale in tutto il mondo. In Cina però può accadere molto più velocemente. Sicuramente, é una cosa necessaria da fare”.