ROMA (WSI) – La conferenza stampa dello scorso Giovedì da parte della BCE rappresentava indubbiamente il market mover più rilevante della settimana per i mercati. Tuttavia, lo “shock” da molti invocato, non si è verificato: la banca centrale resta alla finestra, e vengono rinviate nel tempo eventuali misure di stimolo, nonostante i minimi toccati dalle stime sull’inflazione.
M. Draghi ha certamente introdotto degli elementi di novità, in riferimento all’attività di monitoraggio sui fattori che incidono sulla lenta ripresa, e sull’esplicito riferimento a un possibile “Quantitative Easing Europeo” nel caso in cui la bassa inflazione dovesse continuare a deprimere la crescita. Nessuna azione, però, nell’immediato.
Le promesse verbali e la credibilità del nostro banchiere centrale si sono rivelate elemento sufficiente per spingere Piazza Affari ed i nostri titoli ancora al rialzo. Il Fitse Mib ha superato area 22.000 e presenta davanti a sé un’autostrada da essere percorsa.
L’analisi grafica mostra come, nonostante gli oscillatori in ipercomprato, la probabile direzione resta ancora decisamente quella dei rialzi. Qualsiasi ritracciamento potrebbe quindi rappresentare un buon punto di ingresso per puntare ad obiettivi di prezzo superiori. La spinta ed il momentum non appaiono affatto in calo, e fino a quando la trendline supporta il movimento del prezzo, eventuali tentazioni “controtrend” rappresentano nient’altro che scommesse a bassa probabilità di successo.
Ancora più interessante il grafico settimanale, che ci mostra come vi sia ancora un ampio spazio percorribile, prima di incontrare aree resistive importanti e potenziali storni (o, perché no, shock da inversione di tendenza).
Il range tra 23200 e 24200 rappresenterà certamente un ostacolo non facile da superare, con dei massimi di inizio 2011 e il 38.2% di ritracciamento dell’ecatombe ribassista iniziata a metà 2007.
Operativamente, eventuali movimenti ribassisti su orizzonti temporali inferiori potrebbero costituire ottimi punti di ingresso dal potenziale rapporto rendimento/rischio sufficientemente elevato, dato lo spazio che separa il prezzo dagli obiettivi appena sopra indicati. Nei pressi di tali resistenze converrebbe poi certamente prendere profitto, in virtù di un probabile ritracciamento.
Da trader, non ci dimentichiamo mai dell’importanza del momentum (la forza delle spinte del mercato), dei punti di rotazione e dei livelli dinamici di supporto, per distinguere una potenziale inversione di trend da un semplice ritracciamento: è quello che faremo anche stavolta.
L’Euro si è mosso al ribasso rispetto al Dollaro, ma senza eccessive modifiche al quadro di medio-lungo periodo.
I ribassi delle ultime settimane, racchiusi all’interno di un canale, non intaccano al momento la tendenza rialzista. Ci si è fermati anzi al 50% di ritracciamento dell’ultima spinta, e fin quando la trendline rialzista continuerà a supportare i prezzi non vi è alcun dubbio sulla tendenza di fondo.
Dal punto di vista macroeconomico, nel medio periodo il quadro potrebbe indubbiamente mutare: la graduale riduzione degli stimoli da parte della Fed (che dovrebbe concludere il suo programma di liquidità a fine anno) e il probabile QE da parte della BCE, porterebbero ad un capovolgimento ciclico delle politiche monetarie e ad un logico rafforzamento del Dollaro, che tornerà quasi sicuramente a svolgere il ruolo di “safe currency”.
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Quando ciò accadrà concretamente, e quando i mercati inizieranno davvero a “prezzare” una potenziale inversione, non ci è dato saperlo. Da trader, però, abbiamo la competenza per poterci basare sullo strumento grafico, oggettiva espressione della psicologia e delle valutazioni dei mercati.
E’ sulla base di ciò che abbiamo identificato la trendline rialzista e, soprattutto, 1.3480 come ultimo importante punto di rotazione del trend rialzista, e livello il cui superamento innescherebbe davvero una nuova tendenza contraria alla precedente.
In coerenza con la tenuta dei supporti, Venerdì pomeriggio abbiamo aperto una posizione rialzista di breve termine, che chiuderemo sulla parte alta del canale ribassista. Avendo già spostato lo stop loss al punto di entrata, l’investimento è già ora privo di rischio finanziario.
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