Seduta in profondo rosso per ENI che lascia sul terreno il 3,52% portandosi a €14,4. Discreti i volumi che stanno pr raggiungere i 10 milioni contro una media dell’ultimo mese di 20 milioni di azioni scambiate.
Sulle quotazioni del ‘cane a sei zampe’ sta pesando la forte contrazione del prezzo del petrolio che nei mesi scorsi aveva sostenuto tutto il settore energetico. Ieri a Londra il Brent, petrolio di riferimento europeo, ha ceduto oltre il 4% mentre a New York il costo del greggio ha registrato una contrazione del 5%.
Sul comparto influisce anche l’aumento delle scorte USA di greggio. Questo ha rafforzato la convinzione che il rallentamento dell’economia possa determinare una contrazione della domanda di prodotti petroliferi.
Vittorio Mincato, amministratore delegato ENI, questa mattina ha dichiarato che il secondo trimestre “sta andando bene. Già il primo trimestre era buono, migliore di quello del 2000, così sarà per il secondo”. Ma le sue parole non stanno aiutando il titolo che continua a raccogliere il parere favorevole degli analisti in forza anche di un rapporto prezzo/utili che è il piu’ basso tra i principali titoli italiani.
A Parigi Totalfina arretra del 3,7%. A Londra Bp perde il 4,1% e Shell il 3,9%.