Mentre le altre borse europee si mantengono in territorio positivo -nonostante l’alert banche in Belgio -, Milano rimane negativa.
Alle 12.55 circa gli indici Ftse Mib e l’All Share optano per il segno meno, cedendo rispettivamente lo 0,27% e lo 0,17%. Londra sale invece dello 0,69%, come Francoforte, Parigi guadagna lo 0,55%, Amsterdam lo 0,63% e positiva è anche Bruxelles, che mette a segno un rialzo dello 0,77%.
Buone indicazioni arrivano dai futures americani: i contratti sul Dow Jones balzano di 67 punti, quelli sul Nasdaq avanzano di 11,25 punti e quelli sullo S&P 500 aumentano di 9 punti, in attesa del discorso di Bernanke.
In generale, gli operatori guardano ai risultati della riunione del G20 che si è svolta in Corea del Sud; i ministri delle finanze ed i presidenti delle banche centrali dei paesi più industrializzati al mondo sono arrivati alla conclusione definita da molti storica, di dare maggiore autorità ai Paesi in via di sviluppo all’interno del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Una piccola vittoria si è avuta anche sul fronte valutario, con un’accordo di massima per “evitare svalutazioni competitive” e “a lasciare al mercato la determinazione dei tassi di cambio” facendo sì che il “sistema dei cambi rifletta i fondamentali economici”.
Altro risultato, è stato l’impegno, sottoscritto da tutti i paesi partecipanti, di impedire la svalutazione competitiva delle varie valute nazionali, cercando di creare un equilibrio nei cambi che si basi sulle caratteristiche economiche dei vari paesi, e non sulle esigenze di mercato del momento.
Tuttavia, l’andamento delle valute dimostra come alla fine il trend delle valute sia rimasto lo stesso: l’euro continua infatti a guadagnare, e oggi è tornato sopra quota 1,40 dollari -fino a 1,4069-, mentre il biglietto verde ha toccato il minimo degli ultimi 15 anni sullo yen poco fa, scivolando a quota 80,65 yen, il livello piu’ basso dal 1995. Il continuo calo della valuta americana sta infiammando tra l’altro i prezzi del petrolio.
Sul fronte macro, oggi l’attesa degli operatori è soprattutto per il dato relativo alle vendite di nuove case Usa e per il discorso che sarà proferito dal numero uno della Fed Ben Bernanke.
Fari intanto sulla performance di Piazza Affari, dove prevalgono le vendite.
Tra i titoli, si mette comunque in luce il trend positivo di Fiat (+0,82%), in queste ore al centro di polemiche dopo che l’ad del Lingotto, Sergio Marchionne ha dichiarato che “la Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia, visto che nemmeno un euro dei 2 miliardi dell’utile operativo previsto per il 2010 è arrivato dall’Italia.”
In rialzo STM (+1,12%), che questa settimana sarà alla resa dei conti. In pole position c’è Bulgari (+3,13%) che continua la tornata di sedute positive, iniziate la scorsa settimana, con la breve interruzione di venerdi quando il titolo della famosa gioielleria ha chiuso in rosso.
Segni meno invece soprattutto per le banche. Banco Popolare arretra più del 4% dopo l’annuncio relativo all’aumento di capitale . Perde il 3,59% circa Mps, nonostante la banca abbia tenuto a precisare che nel suo caso non è previsto nessun – anche in questo caso – aumento di capitale. Le voci su tale operazione riguardano infatti ora il Gruppo Montepaschi.
In generale, soffrono a Milano le banche: sotto i riflettori anche Unicredit (-0,73%). Federico Ghizzoni, ad di Piazza Cordusio è ancora intento a creare il nuovo schema di governance della banca: lo scopo è quello di arrivare a una soluzione adatta alla complessità della banca. Intesa SanPaolo perde il 2,26%.
Infine, sul fronte degli altri listini azionari globali, ha deluso la performance della borsa di Tokyo, che ha visto il Nikkei aprire la settimana sotto il segno delle vendite, perdendo in particolare lo 0,33% a 9404,07 punti, mentre il Topix ha perso lo 0,43% a 821,30 punti. Tra le altre piazze asiatiche, hanno prevalso invece gli acquisti.