MILANO (WSI) – La buona notizia, per Piazza Affari, è che il benchmark italiano FTSE MIB ha messo a segno un balzo +20% e del 25,7% negli ultimi tre mesi, a fronte di un rialzo del DAX di appena il 6,3% della borsa di Francoforte.
Andando nello specifico, il Ftse Mib ha registrato una performance a 1 anno +22,13%; a 6 mesi +22,91% e nell’ultimo mese, stando ai dati di Borsa italiana, è salito +7,80%. Negli ultimi due anni, poi, ha segnato una crescita +20,20%.
La notizia meno positiva, o decisamente negativa è che a parte il caso di Atene, la Borsa di Milano è stata la peggiore al mondo e l’unica che ha riportato un trend negativo. E’ quanto si apprende da un rapporto dell’ufficio studi di Mediobanca. La performance, a partire dal dicembre del 2002, è stata -5,6%, a fronte di un +129% della Germania.
L’indagine sull’andamento dei listini azionari mondiali di Ricerche & Studi di Mediobanca – dati aggiornati dal dicembre del 2002 al 16 ottobre scorso – mette in evidenza che gli indici migliori sono stati quelli del cosiddetto ‘nuovissimo mondo’.
Palma d’oro a Jakarta +957% e con un ricco rendimento medio annuo del 24%. La Borsa indonesiana è seguita da Città del Messico (+558%), Mumbai (+511%) e San Paolo (+396%). Molto bene anche i rendimenti della Borsa sudafricana, cresciuta del 378%, russa (+317%) e coreana, con Seul + 224%.
La migliore borsa ‘occidentale’ è stata Copenhagen (+190%), seguita da Wall Street, con il Nasdaq di New York (+187%).
Tra le altre europee spicca Francoforte (+129%) mentre Londra +85%. Madrid nonostante l’esplosione della ‘bolla immobiliare’ ha fatto +59%, Parigi +55% mentre Milano è l’unica con segno meno, accusando un calo del 5,6% nel periodo e un rendimento annuo negativo dello 0,5%, causa soprattutto la performance negativa dei titoli bancari.
Sul piano della capitalizzazione Piazza Affari incide per lo 0,9% sul valore di mercato a livello globale, ed è scesa al 23esimo posto, superata dai mercati emergenti come quello di Jakarta e anche di Kuala Lumpur (Malesia).
L’investimento in Borsa, almeno scegliendo solo il listino di Milano, non conviene rispetto ai titoli di Stato e non ripaga il rischio: secondo uno studio Mediobanca che ha preso come arco temporale gli ultimi 18 anni, solo in otto casi Piazza Affari ha fatto meglio dei Bot.
Nel lunghissimo periodo le azioni non battono nemmeno l’inflazione: dal 1928 a oggi la Borsa ha un rendimento nominale del 6,4% annuo ma in termini reali, con un’inflazione media dell’8,8%, diventa negativo del 2,4%.