(Teleborsa) – Piazza Affari decide, infine, per il rosso dopo l’apertura sotto la linea di parità della borsa di Wall Street. La borsa milanese a metà seduta debole, dopo aver azzerato le perdite delle prime battute, segue così l’andamento degli indici statunitensi, che risentono anch’essi delle preoccupazioni dell’inflazione della Cina, che potrebbe portare il governo cinese a modificare in anticipo la propria politica monetaria. Si uniscono al rosso anche le altre borse europee che, partite in frazionale calo, vedono gli investitori continentali più determinati a vendere. Sul mercato valutario, l’euro rimane si mostra debole nei confronti del biglietto verde con il cross eur/usd che scambia a 1,3631 dollari in calo dello 0,18%. In ribasso anche il prezzo del petrolio che scambia a 81,69 dollari al barile. Tra gli indici milanesi, il FTSE All-Share segna una flessione dello 0,48%, mentre il FTSE Mib perde lo 0,51%. Giù anche il FTSE IT Mid Cap con un ribasso dello 0,47% ed il FTSE IT Star che cede lo 0,27%. Le frecce rosse si dividono il posto con quelle verdi nel principale paniere, con Fiat che rimane in cima la FTSE MIB sul ritorno del tormentone spin-off del settore auto, che aveva galavanizzato il titolo ad inizio settimana e lo aveva frenato ieri dopo le voci sul richiamo di auto in Brasile. Mostra debolezza invece Exor. Richiesta Pirelli che prosegue la scia rialzista iniziata nel pomeriggio di ieri, dopo l’annuncio dei conti 2009 con un ritorno in utile e la distribuzione del dividendo. Frazionali i rialzi per Finmeccanica, che torna sui suoi passi dopo aver festeggiato con più entusiasmo, in mattinata il contratto per AgustaWestland da 560 milioni di euro da parte dell’Aeronautica Militare indiana per la fornitura di 12 elicotteri AW101 per il trasporto governativo. Tra banche sottotono, Mps mostra un frazionale rialzo dopo la conferma del giudizio hold con target price di 1,4 euro per azione, da parte di Deutsche Bank. Si raffreddano gli oil con Saipem in fondo al listino dopo la corsa di ieri quando si è aggiudicata nuovi contratti onshore per un valore complessivo di circa 800 milioni di dollari negli Stati Uniti. In discesa Eni. Dopo l’annuncio dell’accantonamento al fondo contenziosi legali per la controversia relativa al consorzio TSKJ in Nigeria, il titolo del cane a sei zampe arretra di oltre un punto. Tra gli altri energetici, procede tonica Snam RG premiata dal mercato per il piano quadriennale diffuso stamane prima dell’avvio delle contrattazioni. Il piano 2010-2013 prevede un piano di investimenti consolidato di 6,4 mld euro, un incremento medio annuo del Rab stimato a circa il 4,5% e, per il triennio 2010-2012 è prevista una crescita annua del 4% del dividendo per azione. In retromarcia CIR nonostante abbia annunciato di aver chiuso il 2009 con utile netto in salita. Il gruppo CIR ha archiviato il 2009 con un utile netto consolidato di 143,4 milioni di euro, in crescita di oltre il 50% rispetto al 2008. Sul completo, rosso profondo per Maire Tecnimont dopo i conti 2009. Debole Azimut dopo l’annuncio che nel 2009 è sceso l’utile netto. In denaro invece Dada che sorride ai conti 2009 e alla conferma delle stime sui ricavi per il 2010.