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Piazza Affari in rosso, giù le banche. Bene i futures Usa in attesa di dati

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Non solo Piazza Affari, ma anche altri listini europei virano in rosso verso la parte finale della mattinata o riducono sensibilmente i guadagni riportati all’inizio della seduta. A fronte di un Ftse Mib che cede mezzo punto percentuale alle 12.30 ora italiana, Londra fa +0,31% e Parigi è ferma con un 0,04%.

Più decisa invece la performance dei futures sugli indici della Borsa Usa, confortati dai buoni dati sull’economia cinese, con l’indice manifatturiero di ottobre cresciuto al ritmo piu’ forte da sei mesi a questa parte. I futures su Dow Jones e Nasdaq-100 guadagnano lo 0,4% rispettivamente a 11.106 e 2.130 punti, e il contratto sullo S&P 500 sale dello 0,5% a 1.185,5 punti.

Sul fronte economico, in arrivo dagli Stati Uniti alcuni dati, come i redditi e le spese personali, l’Ism manifatturiero e la spesa edilizia.

Si smorza la fiducia che aveva caratterizzato l’inizio di questa ottava: da segnalare comunque che la giornata di oggi è caratterizzata da volumi di scambio contenuti, in occasione della festività odierna di Ognissanti che terrà chiusi molti uffici e banche. Alcuni operatori rimarranno insomma alla finestra, almeno fino all’apertura, nel pomeriggio, di Wall Street.

Passano in secondo piano le buone notizie giunte dall’economia cinese così come il trend positivo dei listini azionari asiatici, a cui si è sottratta però Tokyo – con l’indice Nikkei che ha perso di fatto lo 0,52% a 9154,72 punti, e il Topix che ha lasciato sul terreno lo 0,94% a 803,30 punti -, sempre alle prese con l’annoso problema dell’apprezzamento dello yen. L’Asia ha di fatto accolto con favore la pubblicazione dei dati sul PMI cinese, che hanno confermato la crescita del paese del Dragone, ma anche -bisogna dire- la sua fase di surriscaldamento.

Detto questo, la cautela, che ora vede Piazza Affari protagonista, era attesa, in vista degli appuntamenti chiave della settimana. L’agenda settimana è ricchissima di spunti sul fronte economico. In primo piano ci sono le banche centrali, Federal Reserve in testa. Dopodomani 3 novembre la banca centrale statunitense dovrebbe infatti confermare il lancio di nuove misure di quantitative easing. Da segnalare anche gli incontri della BCE e della Bank of England.

Occhio poi ai dati sul mercato del lavoro americano in calendario venerdì 5 novembre, che non fanno presagire nulla di buono, almeno stando all’esito del sondaggio di Bloomberg.

Intanto l’euro torna sotto quota 1,40 dollari testata nelle ore precedenti, mentre continua a galoppare lo yen che ha spinto al ribasso il dollaro a quota 80,44.

In rialzo i mercati delle commodities, con il petrolio che sfiora gli 82 dollari, complice la debolezza della valuta americana.

Tornando a Piazza Affari, prevalgono ora le frecce rosse e anche Eni azzera i guadagni nonostante la decisione di Credit Suisse di alzare il rating a neutral da underperform con un target price a 17,7 euro. Secondo gli analisti del credit Suisse l’azione e’ sottovalutata rispetto al net asset value.

I finanziari diventano – per l’ennesima volta- oggetto di vendite, con Banco Popolare che perde più dell’1%, Unicredit che perde l’1,17%, Intesa Sanpaolo che fa -1,09% e Mediobanca che cede quasi l’1%.

Exor sale di appena lo 0,16%), mentre Fiat ora è piatta con un -0,08% in attesa dei dati sulle immatricolazioni domani. Le attese indicano una nuova pesante contrazione del mercato dell’auto a ottobre.

Scema la speculazione sui titoli dei Ligresti e Fondiaria-Sai si conferma maglia nera del Ftse Mib con un -3,87%, dopo il rally messo a segno lo scorso venerdì sull’annuncio di un ingresso del socio industriale Groupama con una quota del 17,89%. La partecipazione verrebbe acquisita a seguito di aumento di capitale della holding finanziaria.

Anche Enel perde, lasciando sul terreno lo 0,18%. Terna rimane positiva con un +0,75%; tra i petroliferi appare ancora brillante Tenaris (+1,34%), di fatto la migliore del listino, mentre Saipem ora fa -0,06%.

Si segnalano poi i cali di Geox (-1,68%), Cir (-1,29%), Telecom (-1,09%), Luxottica (-0,99%) e Parmalat (-0,96%).

In rosso infine Finmeccanica dimessa (-0,60%), dopo aver smentito venerdì sera l’ipotesi di cessione di una quota di Ansaldo Energia a Mitsubishi Heavy Industries.