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Piazza Affari, quei prestiti a sconto seriali che affondano le small cap in crisi

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La denuncia di Ambromobiliare, uno dei principali advisor dell’Egm di Piazza Affari: «Si è diffuso un uso distorto di uno strumento lecito come i prestiti convertibili» afferma il presidente Franceschini Weiss. Il dossier è agli atti dell’indagine condotta da Guardia di Finanza e Procura di Milano su Visibilia Editore, che vede coinvolta il ministro del Turismo Santanché

Da qualche anno si aggirano a Piazza Affari alcuni operatori finanziari che si comportano come squali soprattutto nei confronti delle piccole società che si trovano in condizioni di tensione finanziaria. Avvertono l’odore del sangue e attaccano.
Come? Proponendo loro operazioni che in teoria dovrebbero aiutarle a risollevarsi, ma alla prova dei fatti contribuiscono ad affossarle. Il meccanismo funziona grosso modo così: le imprese stipulano con questi investitori – soggetti non sempre vigilati dalla Consob e con uffici di rappresentanza in Italia ma con sede in paradisi fiscali – accordi che prevedono l’emissione di prestiti obbligazionari convertibili allo scopo di reperire risorse per supportare la strategia di crescita. Ebbene, la conversione dei bond in azioni avviene – per contratto – con un forte sconto rispetto al prezzo di mercato, così quando queste stesse azioni vengono successivamente rivendute il valore del titolo tende a scendere e se l’operazione viene ripetuta più volte – come spesso capita perché il prestito è suddiviso in diverse tranche – la capitalizzazione della società subisce un drastico calo e può arrivare persino ad azzerarsi.

Il fenomeno è stato denunciato da un rapporto dell’ufficio studi di Ambromobiliare, società che, presieduta da Alberto Franceschini Weiss, è uno dei maggiori advisor dell’Egm, il listino delle piccole società (l’ex Aim).

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