(Teleborsa) – Avvio di ottava da dimenticare per il listino milanese che termina in forte calo e sui minimi facendo anche peggio delle altre principali piazze del Vecchio Continente. L’effetto “fiducia” generato dalla presentazione del pacchetto di aiuti UE-FMI alla disastrata Irlanda è svanito dopo poco tempo, lasciando il posto allo scetticismo e soprattutto alle speculazioni circa un possibile effetto domino: dopo Grecia e Irlanda toccherà a Portogallo e Spagna, e forse all’Italia. Il panico continua a mettere in tensione il mercato obbligazionario con differenziali e rendimenti in forte tensione. Oggi a farne le spese è stata proprio l’Italia, che ha visto lo spread dei BTP decennali nei confronti del Bund tedesco volare ai massimi dall’introduzione dell’euro. Il pessimo andamento di Wall Street, che getta un occhio all’Europa ed uno alla shopping season non partita col botto come sperato, ha poi contribuito a far sprofondare gli indici sui valori peggiori. Anche l’euro continua a far le spese di questa difficile situazione, ed è venduto a piene mani a vantaggio del dollaro. Il cross con il biglietto verde ha abbandonato nel pomeriggio anche quota 1,32 usd e ora viaggia a cavallo degli 1,31 dollari. A picco il Ftse All Share, che abbandona la soglia psicologica dei 20.000 punti. L’indice che riassume l’intero listino milanese ha chiuso a 19.986 punti con un ribasso del 2,52%. Molto male anche il Ftse Mib, che lascia sul parterre il 2,67% a 19.314 punti. Sul paniere principale le vendite travolgono soprattutto banche e finanziari in genere. Maglia nera a Fondiaria-Sai, che termina con un calo di quasi 6 punti percentuali. Secondo alcuni report di sabato sarebbe previsto in settimana il deposito alla Consob del quesito con cui Premafin e Groupama chiederanno se sia necessaria un’OPA obbligatoria su Premafin, Fonsai e Milano Assicurazioni. Pesante anche Generali Assicurazioni su cui Ing ha tagliato il target price da 20,8 a 19,3 euro, confermando il giudizio a buy. Tra le banche spiccano i forti cali di Ubi Banca, Banco Popolare e Intesa Sanpaolo. Venerdì scorso a mercati chiusi l’Ad di quest’ultima ha affermato che l’acquisizione di Polbank sarà fatta con risorse già a disposizione della banca. Fuori dal principale listino Credem limita notevolmente il rosso dopo che fitch Ratings ne ha confermato i rating. Nel girone dei peggiori anche Mediaset, che secondo alcuni report di stampa potrebbe aver sofferto delle statistiche RAI sugli ascolti che vedono la tv pubblica primeggiare rispetto all’arcirivale. Sotto i riflettori Enel. Per un giornale spagnolo la controllata iberica Endesa starebbe progettando una vendita di proprie attività in Irlanda per circa 450 mln euro. Venduta Pirelli. Venerdì ha annunciato di aver siglato o con Russian Technologies e Sibur Holding un memorandum of understanding per lo sviluppo di attività congiunte nel settore dei pneumatici. In pena Prysmian, che attende la conclusione dell’affaire Draka. La rivale cinese Xinmao Science & Technology Group ha dichiarato di aver ricevuto una conferma scritta da una finanziaria per ottenere il prestito necessario a “soffiarle” l’ambita preda olandese. Freddi gli oil nonostante il buon momento del petrolio. Intanto Eni si prepara ad affrontare la sfida dello Shale Gas e la questione della propria presenza in Kazakistan. Uniche due frecce verdi sono Mediolanum, che nell’ultima ora di contrattazioni ha messo a segno un piccolo rally, e Autogrill. La compagnia beneficia di un buon avvio di giudizio da parte della Deusche Bank.