A Piazza Affari prosegue con piena forza la stagione delle trimestrali bancarie, particolarmente importanti per la performance del nostro indice di riferimento tra i più bancocentrici in Europa. I due pesi massimi Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno pubblicato numeri superiori alle attese e outlook di fine anno rivisto al rialzo. Dalle trimestrali bancari è emerso inoltre, che le big del settore premieranno gli azionisti con dividendo quasi raddoppiato. Nel caso di Unicredit è stato annunciato anche il buyback ovvero riacquisto di azione proprie. Vediamo nel dettaglio come hanno fatto le banche italiane nel terzo trimestre del 2023.
Bper banca, i numeri del terzo trimestre
I conti di Bper banca hanno mostrato un altro robusto trimestre anche se in calo rispetto ai numeri di un anno fa. Nel terzo trimestre l’utile netto è balzato a 382,5 milioni di euro dopo aver spesato 125,8 milioni di costi sistemici, rispetto agli 81,6 milioni dello stesso periodo del 2022.
Nei primi nove mesi dell’anno la banca guidata da Piero Luigi Montani ha registrato un utile netto pari a 1,1 miliardi di euro, in calo del 26% rispetto agli 1,5 miliardi dello scorso anno, ma questi ultimi beneficiavano del “badwill” da 1,2 miliardi relativo all’acquisizione di Carige. I proventi operativi netti sono aumentati del 43,1% nei nove mesi, mentre il margine di interesse è stato pari a 2,4 miliardi (+89%) e commissioni nette di 1,5 miliardi (+4,5%).
“I risultati registrati nei primi nove mesi dell’anno sono motivo di particolare soddisfazione e confermano la persistente capacità della Banca di generare ricavi e di assicurare un efficace controllo dei costi di gestione”, dichiarava nella nota l’AD Piero Luigi Montani. “I risultati sino ad oggi registrati sono in linea con il nostro posizionamento di grande banca italiana, in ascolto costante dei bisogni dei nostri clienti e dei territori, rivolta ad offrire una risposta sempre più sostenibile ed evoluta.”
I ricavi core sono saliti a 3,862 miliardi, con un +44,2% su base annua, il margine di interesse è salito a 2,381 miliardi e le commissioni nette sono arrivate a 1,481 miliardi, sostenute dal positivo risultato della raccolta netta gestita (+579 milioni da inizio anno).
Anche Bper ha deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti, accantonando 315,4 milioni a livello di gruppo, ed ha rivisto al rialzo alcuni degli obiettivi sull’intero 2023. Il Cet 1 ratio si è attestato a 14,2%.
Anche Banca Mediolanum ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con un utile netto pari a 572,2 milioni, in crescita del 52% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Banco BPM, i numeri del terzo trimestre
Numeri del terzo trimestre in chiaroscuro del Banco Bpm. Nei primi nove mese il gruppo Banco Bpm ha pubblicato un utile netto record a 943 milioni di euro in crescita del 93% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Nel terzo trimestre invece la banca milanese ha registrato un utile netto pari a 319 milioni di euro in crescita su base annuale ma in calo rispetto all’utile netto registrato nel trimestre precedente pari a 360 milioni.
Le commissioni nette nel terzo trimestre sono ammontate a 460 milioni di euro anche qui in calo del 2% rispetto a quelle registrate nel trimestre precedente pari a 469 milioni.
Il margine di interesse, sempre nel terzo trimestre si attesta a 868,7 milioni in crescita del 7,3% rispetto al dato del secondo trimestre 2023 (pari a € 809,9 milioni) principalmente per effetto dell’incremento dello spread sui crediti commerciali.
Il cda di Banco Bpm ha deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti imposta dal governo Meloni ma di accantonare in riserve 378 milioni, corrispondente a 2,5 volte l’ammontare della predetta imposta (pari a 151 milioni), invece del versamento dell’imposta.
Nel comunicato stampa la banca ha anche evidenziato che “la Banca Centrale Europea, in data 3 novembre, ha comunicato al Gruppo Banco BPM l’autorizzazione ad applicare il cosiddetto “Danish Compromise”, che consente di accedere ai benefici relativi al trattamento prudenziale dell’investimento partecipativo in compagnie assicurative ai fini del calcolo dei coefficienti patrimoniali consolidati, con decorrenza dalle segnalazioni di vigilanza riferite al 31 dicembre 2023.”
Monte dei Paschi, i numeri del terzo trimestre
Banca Monte dei Paschi di Sienna chiude il terzo trimestre con un utile netto del terzo trimestre pari a 310 milioni di euro, ben al di sopra dei 238 milioni attesi dagli analisti. L’istituto di credito non paga tassa extra profitti, a riserva 312,7 milioni. Nei primi nove mersi invece la banca senese ha registrato un utile netto pari a 929 milioni di euro, a fronte di una perdita di 334 milioni nello stesso periodo del 2022. I ricavi nei primi nove mesi del 2023 sono stati pari a 2,804 miliardi di euro in crescita del 22,9% su base annua, nel trimestre invece i ricavi sono stati pari a 953 milioni di euro.
Sul fronte tassa extraprofitti il cda di MPS ha deciso di non pagare l’imposta introdotta dal governo e di accantonare a riserva non meno di 312,7 milioni. La banca guidata dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha deciso di declassificare a rischio ‘remoto’ un petitum da 1,2 miliardi di rischi legali straordinari.
Mps ha inoltre alzato la guidance sull’utile del 2023, atteso ora sopra gli 1,1 miliardi di euro, grazie alla spinta del margine di interesse. E il Cet1 ratio, che misura la liquidità della banca si è attestato al 17%.
Il margine di interesse al 30 settembre 2023 è risultato pari a 1.688 mln di euro, in crescita del 63% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tale crescita è stata guidata prevalentemente dal maggior contributo del comparto commerciale, che ha beneficiato di maggiori interessi attivi sugli impieghi, generati dall’aumento dei tassi di interesse della BCE, solo in parte compensati dai maggiori interessi passivi sulla raccolta e dalla maggiore contribuzione del portafoglio titoli, in conseguenza di maggiori rendimenti, si legge nel comunicato stampa della banca.
Sui dividendi il ceo Lovaglio ha commentato: “Siamo bene organizzati per remunerare gli azionisti e anticipare il dividendo sull’utile 2024″, facendo riferimento ai numeri del piano industriale presentato nel 2022 che sono stati resi tuttavia obsoleti dall’accelerazione degli utili prodotto dal rialzo dei tassi da parte della Bce.”
FinecoBank, i numeri del terzo trimestre
I ricavi di Finecobank dei primi nove mesi del 2023 sono cresciuti del 34% a 916,7 milioni di euro rispetto ai 684 milioni di euro dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Anche l’utile netto nei primi nove mesi ha evidenziato un incremento del 50% su base annua attestandosi a 454,2 milioni di euro.
“I risultati dei primi nove mesi confermano la grande capacità della Banca di generare risultati solidi in tutte le fasi di mercato e di continuare il suo percorso di crescita, grazie a un modello di business diversificato e sostenibile”. Ha commentato l’ad Alessandro Foti. “In questi mesi abbiamo lavorato per ridisegnare la nostra gamma di soluzioni in grado di fare fronte al nuovo contesto e stimolare i nostri clienti con strategie di pianificazione finanziaria efficienti, innovative e di lungo periodo”, Ha aggiunto Foti, sottolineando che il contesto “vede una forte spinta verso gli investimenti da parte dei nostri clienti, insieme a una crescente richiesta di consulenza.”
Tornando al terzo trimestre, Finecobank ha comunicato ricavi pari a 316 milioni di euro, in aumento del 2,9% rispetto al trimestre precedente e del 43,7% rispetto al terzo trimestre 2022. Il margine finanziario si attesta a 180 milioni di euro, in rialzo del 5,5% rispetto al trimestre precedente e del 113,9% rispetto allo stesso trimestre del 2022. L’utile netto del trimestre è pari a 145,3 milioni di euro in calo del 10,1% rispetto al secondo trimestre ma in rialzo dell’81,3% su base annuale.
Le Commissioni nette nel terzo trimestre pari 120,1 milioni, in linea con i 121,3 milioni di euro del secondo trimestre 2023 favorite dall’aumento delle commissioni Investing, che hanno controbilanciato le minori commissioni Banking, dovute al nuovo pricing sui conti correnti. Le commissioni nette hanno registrato un rialzo del 5,2% rispetto al terzo trimestre 2022, principalmente grazie alle commissioni generate dalle aree Investing e Brokerage. Mentre il segmento gestione ha registrato entrate pari a 244,7 milioni di euro, in rialzo del 3,7% rispetto al trimestre precedente e del 61% rispetto al terzo trimestre 2022.
Unicredit, i numeri del terzo trimestre
Unicredit ha pubblicato numeri del terzo trimestre ampiamente superiori alle attese degli analisti, rivedendo l’outlook per il 2023 al rialzo.
La banca guidata dal ceo Andrea Ocrel ha chiuso il terzo trimestre con ricavi in rialzo del 24% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, grazie soprattutto ad incassi maggiori dai prestiti a causa dei tassi più alti. Nel dettaglio, i ricavi nel terzo trimestre sono pari a 5,97 miliardi di euro, sopra le stime degli analisti di 5,72 miliardi di euro. L’utile netto nel terzo trimestre si è attestato a 2,32 miliardi di euro, in crescita del 36% rispetto al terzo trimestre del 2022 e ampiamente sopra le attese degli analisti di 1,96 miliardi di euro.
Il ceo Andrea Orcel ha commentato il trimestre così: Unicredit è riuscito ad ottenere questi risultati record “grazie alla avvenuta trasformazione industriale e culturale del gruppo”. “Partendo da un insieme eterogeneo di tredici istituzioni – commenta Orcel – ci siamo evoluti per diventare un singolo Gruppo che lavora in armonia, e che ha accesso a 15 milioni di clienti e 13 mercati in Europa.” “Procediamo verso la prossima fase della nostra trasformazione, che ci permetterà di rafforzare ancora di più le nostre capacità e di rendere ancora più solidi i nostri risultati finanziari.”
I costi operativi nel terzo trimestre si sono attestati a 2,33 miliardi di euro sotto le stime di 2,39 miliardi di euro e in calo di oltre il 2% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Inoltre, il colosso bancario italiano ha annunciato l’intenzione di anticipare la tranche del buyback 2023, per un valore di 2,5 miliardi di euro.
Intesa Sanpaolo, i numeri del terzo trimestre
Anche i conti di Intesa Sanpaolo sono stati ben superiori alle attese degli analisti, grazie soprattutto ai margini di interesse. I ricavi nel terzo trimestre sono stati pari a 6,367 miliardi di dollari in crescita rispetto ai 5 miliardi nello stesso periodo del 2022. L’utile netto è raddoppiato a 1,9 miliardi (da 957 milioni), anche qui superando ampiamente le previsioni degli analisti.
Il gruppo bancario, guidato dal ceo Carlo Messina, ha alzato l’outlool sull’utile netto 2023 sopra 7,5 miliardi di euro rispetto ai precedenti 7 miliardi di dollari e oltre le stime di consenso Bloomberg pari a 7,28 miliardi di euro. Secondo le stime della banca, il margine di interesse (Net Interest Income), ora è atteso a oltre 14 miliardi di euro rispetto al numero precedente pari a 13,5 miliardi.
La banca ha inoltre evidenziato che l’acconto dividendi per azione è raddoppiato nel 2023 rispetto al 2022, salendo da 7,38 a 14,40 centesimi di euro, per ciascuna delle 18.282.798.989 azioni ordinarie. L’importo corrisponde ad un rendimento (dividend yield) pari al 5,7%.
“I primi nove mesi del 2023 di Intesa Sanpaolo sono la dimostrazione della nostra capacità di proseguire nello sviluppo di una banca dalla profittabilità elevata e sostenibile, promotrice del più importante progetto per la coesione sociale nel Paese, impegnata nel disegnare le nuove strategie di leader europeo. Ne traggono e ne trarranno rilevante beneficio tutti gli stakeholders. Ha commentato il ceo di Intesa Carlo Messina. “Nei primi nove mesi dell’anno la crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile un deciso aumento della redditività, di conseguenza i dividendi maturati sono pari a 4,3 miliardi di euro, dei quali 2,6 miliardi saranno pagati il 22 novembre come interim dividend. La nostra banca risulta la prima in Europa per quanto riguarda il dividend yield.”