Una crescita più robusta, su cui tuttavia pesano due incognite: quarta ondata di contagi da COVID 19 e inflazione. Questo il quadro che dovrebbe emergere dalle nuove stime di crescita della Commissione UE, che si appresta a rivedere al rialzo le stime sul Pil 2021, giovedì 11 novembre.
Partiamo dalle stime. Pare scontata una revisione in meglio della crescita per l’Eurozona, 4,8% e 4,5% nel 2021 e 2022, mentre per l’Italia le cifre più recenti di Bruxelles indicavano un +5% per il 2021 che saranno ritoccate all’insù: si dovrebbe viaggiare attorno al 6% come indicato anche dal Presidente del Consiglio Draghi.
Inflazione e pandemia rischiano di frenare la ripresa
Lo scenario appare dunque incoraggiante anche se non esente da rischi. Come ha spiegato, il Commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni: “sappiamo che abbiamo una ripresa forte, ma guardiamo molto da vicino due questioni. La prima è la pandemia, non siamo ancora fuori, la seconda è l’inflazione”.
Resta da capire quanto risulteranno persistenti i rincari dell’energia – “ci torneremo con più dettagli nei prossimi giorni, con le nostre previsioni economiche di autunno” – “poi faremo considerazioni sui problemi di logistica e sulle catene di approvvigionamento, ma non penso che dobbiamo fraintendere i rischi al ribasso come se stessero cancellando lo scenario di base, che resta positivo e con prospettive positive”.
Quello che appare certo è che con l’ inflazione, che torna a correre, in scia ai rincari energetici, i consumi sono a rischio. Sono di ieri le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio che, nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3%, calcolano una perdita in termini di consumi di circa 2,7 miliardi di euro che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi di un’inflazione al 4%.
Incombe poi la quarta ondata, con concreti rischi di nuovi lockdown, in particolare nel blocco orientale, ampliando il perimetro dall’area euro all’Unione europea a 27. Scenario questo che potrebbe fiaccare la ripresa nel nucleo centrale euro.