Brutta sorpresa per il governo, le cui stime economiche nella manovra erano già troppo ottimiste e ora il dato sul PIL reso noto noto dall’Istat suggerisce che il peggio potrebbe essere ancora venire per l’economia italiana e non fa ben sperare per le prospettive del prossimo anno.
Nel terzo trimestre del 2018 “la dinamica dell’economia italiana è risultata stagnante”, dice l’Istat, “segnando una pausa nella tendenza espansiva in atto da oltre tre anni”. In particolare l’istituto calcola che il Prodotto interno lordo (Pil) rimanga invariato rispetto al trimestre precedente, nei dati preliminari corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. Il tasso di crescita sullo stesso periodo del 2017 è in rallentamento allo 0,8%.
Il terzo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero rispetto al terzo trimestre del 2017. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Dal lato della domanda, la stima provvisoria indica un contributo nullo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +1,0%.
È la prima volta dal quarto trimestre del 2014 che la crescita trimestrale dell’Italia risulta piatta e ciò rappresenta una minaccia che rischia di compromettere la manovra di bilancio se il governo continua a insistere per non cambiarla come afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“E’ di tutta evidenza che la nostra economia sta pesantemente rallentando e che la stima del Governo contenuta nel Def, di avere una crescita nel 2018 pari all’1,2% è ormai, purtroppo, una chimera. Di conseguenza salta anche la stima di avere nel 2019 un Pil a +1,5% e tutte le previsioni in rapporto al Pil, ossia deficit e debito, sia per il 2018 che per il 2019. Insomma, il Governo deve rifare tutti i calcoli, visto che le stime del Def sono, alla luce dei dati di oggi palesemente sballate”.
Piazza Affari vira in rosso dopo la pubblicazione del dato sul PIL così anche lo spread che era partito in calo viaggia nuovamente attorno ai 300 punti base.
“La stagnazione dell’economia italiana nel terzo trimestre impone una riflessione”, sottolinea Lucio Poma, responsabile scientifico industria e innovazione di Nomisma, commentando la stima preliminare ISTAT del PIL nel terzo trimestre del 2018.
“Il 2017 era stato l’anno della ripresa dell’economie avanzate e l’Italia ne aveva parzialmente beneficiato. Tuttavia l’anno dell’esame, per comprendere se il paese era finalmente uscito dalla lunga crisi iniziata nel 2008, era il 2018. I dati degli ultimi due trimestri ci consegnano la rappresentazione di un paese che fatica a crescere in maniera stabile e decisa. Complici le incertezza del mercato globale (che si riflettono sui risultati altalenanti delle esportazioni) e l’assenza di una politica industriale che abbia compiuto scelte precise per l’indirizzo economico del paese”
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Partite importanti, quali l’industria 4.0 o una nuova interpretazione del concetto di filiera, non possono essere giocate singolarmente dalle imprese, anche se di grandi dimensioni, ma necessitano di un “ambiente interattivo e cognitivo” a livello nazionale e internazionale che è ancora in larga parte da costruire. Il 2017 aveva consegnato una boccata d’ossigeno, per realizzare questo percorso, che non deve essere sprecata“, conclude Poma.