Dopo la pubblicazione dei dati sul Pil italiano lo spread di rendimento tra Btp e Bund ha rivisto quota 260, ai massimi da due settimane. Un segno di sfiducia che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha subito cercato di stemperare. Qualificando la battuta d’arresto come “transitoria”, il premier ha tentato di sminuire la contrazione dello 0,2% nel quarto trimestre dell’anno. Flessione che ha certificato la recessione tecnica per l’Italia, la terza in dieci anni.
In particolare, il premier ha dichiarato che i fattori del rallentamento (il secondo dato trimestrale negativo) sono dovuti a fattori esterni. Tra questi ha citato il calo della produzione di auto in Germania. La catena produttiva delle auto tedesche, infatti, acquisisce da aziende italiane larga parte dei componenti. La Germania, nel complesso, assorbe oltre il 12% dell’export italiano.
Va precisato che l’Istat ha rilevato un miglioramento delle esportazioni nette Extra Ue nell’ultimo trimestre del 2018 (+2,8%); un dato che suggerisce che il rallentamento del Pil nello stesso periodo sia dovuto a un calo nei consumi interni.
Nonostante la recessione tecnica l’Istat ha stimato una crescita del Pil dello 0,8% nel complesso del 2018. Per recessione si intende la variazione negativa di un trimestre rispetto a quello precedente per due volte consecutive.
In un’intervista rilasciata a Rai2, Conte ha mostrato ulteriore ottimismo: “Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire“, ha dichiarato. Aggiungendo: “l’Italia ha un programma di ripresa incredibile. C’è tanto entusiasmo e tanta fiducia da parte dei cittadini e c’è tanta determinazione da parte del governo“.