Economia

Pil: Istat taglia stime. Obiettivi a rischio

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ROMA (WSI) – L’area euro ha ricevuto notizie confortanti dal fronte macroeconomico, che non dovrebbero essere sufficienti, tuttavia, a fare cambiare idea a Draghi, intenzionato a prolungare e potenziare il programma di acquisto di titoli di Stato e persino imporre tassi di deposito ancora più negativi.

L’indice Pmi manifatturiero si è attestato a 52,8. Un risultato sopra l’area dei 50 punti indica un’espansione dell’attività.  Si tratta della lettura definitiva, in sintonia con stime e dato preliminare. L’indicatore, elaborato da Markit, è migliorato dai 52,3 punti di ottobre. La Germania ha fatto meglio del previsto, superando lo scandalo Volkswagen, mentre la Francia ha deluso le aspettative.

Il tasso dei senza lavoro è sceso ai minimi di quattro anni, da dicembre del 2011. L’indice si è attestato al 10,7%. La percentuale è ancora pari al doppio di quella vista in Usa e Regno Unito, tuttavia. E il tasso della disoccupazione giovanile continua a salire: al 22,3% dal 22,2%.

In Italia la disoccupazione è calata all’11,5% a ottobre, i minimi dal 2012, ma è sceso anche il livello di occupazione, il quale si è assestato a quota 56,3%, e il divario tra giovani occupati e over 50.

Il tasso di disoccupazione e il sondaggio del Pmi sono già di per sé tra i dati osservati speciali dei mercati. Lo sono a maggior ragione in un contesto di ripresa fragile dell’area euro e in vista della pubblicazione del report occupazionale Usa di venerdì.

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L’andamento del tasso di disoccupazione giovanile (persone sotto i 25 anni) in area euro.

Sono tutte cifre che potrebbero cambiare le decisioni che Bce e Federal Reserve, le banche centrali di Eurozona e Stati Uniti, prenderanno nei prossimi giorni. Il mercato ormai dà per scontato un potenziamento del Quantitative Easing da parte di Mario Draghi e un rialzo dei tassi di interesse, il primo dal 2006, da parte di Janet Yellen.

Italia indietro rispetto agli altri

Le fabbriche britanniche, nel frattempo, hanno registrato una crescita in frenata il mese scorso. L’indice Pmi del Regno Unito si è attestato a quota 52,7 in novembre. L’andamento è comunque buono, in particolare se confrontato con il resto d’Europa.

In Italia intanto sul Pil pesa la frenata del terziario. L’Istat ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita tendenziale (ossia sull’anno precedente) al +0,8% dal +0,9% per il terzo trimestre. L’istituto spiega che rispetto alle valutazioni del 13 novembre, sono emersi dati sul fatturato dei servizi più fiacchi del previsto e così pure sul contributo di credito e assicurazioni. Il terzo trimestre, peraltro, ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre 2014. C’era quindi da attendersi un risultato più solido.

Quanto ai dati congiunturali, l’Istat si aspetta un’espansione del +0,2%. Per fare un confronto nel terzo trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Usa e Regno Unito e dello 0,3% in Francia e in Germania. Nel complesso, il Pil dell’Eurozona è aumentato dello 0,3% su trimestre e dell’1,6% su anno.

Obiettivi 2015 del governo a rischio

Ora gli obiettivi del 2015 sono a rischio. Nonostante i dati Istat sul terzo trimestre siano “un po’ deludenti”, sono la conferma che “siamo abbastanza in linea” con le previsioni del Governo per la crescita dell’anno in corso (+0,9%), concede il capo economista del Tesoro Riccardo Barbieri, in un’intervista a Radiocor.

“La crescita nominale a valori correnti – ha aggiunto Barbieri – è all’1,6% tendenziale nel terzo trimestre”, e nota che ci sono “divergenze tra questi dati statistici e le indagini qualitative che abbiamo. Il trend sottostante e’ migliore, siamo ‘on track’ – ribadisce – e mi auguro che questo ci dia un risultato in linea col previsto”.

Barbieri cita, in particolare, l‘indice Pmi in rialzo, la fiducia “in miglioramento, la piu’ alta in Europa a novembre, anche se non sconta ancora l’effetto degli attentati a Parigi” e, nell’ambito del fatturato dei servizi, “il traffico su strada, che ci risulta molto alto nel periodo”.