Un 2022 migliore del previsto, ma il vero “colpo” per l’economia italiana arriverà nel 2023. La Commissione europea ha corretto al rialzo la stima di crescita del Pil in Italia, quest’anno passando dal 2,4% al 2,9% e ha dimezzato quella per l’anno prossimo allo 0,9% dal precedente 1,9% .
Le stime del Pil italiano
Se le previsioni dovessero rivelarsi corrette, nel 2023 l’Italia resterà in coda per ritmo di crescita nell’area euro tornando alla situazione del 2019, quando con uno smilzo +0,5% registrò il tasso di crescita più basso del Pil nell’intera Ue.
Se il Pil frena, la corsa dei prezzi non si arresta. Sul fronte dell’inflazione, la Commissione prevede un aumento dei prezzi al consumo in media annua del 7,6% nel 2022 e del 4,0% nel 2023. Anche in questo caso la revisione, questa volta al rialzo rispetto ai dati primaverili, è notevole (6,1 e 2,7%).
In Europa, lo slancio provocato dalla riapertura delle nostre economie è destinato a sostenere la crescita nel 2022, ma per l’anno prossimo abbiamo rivisto sensibilmente al ribasso le nostre previsioni – commenta il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni -. Poiché l’andamento della guerra e l’affidabilità delle forniture di gas sono fattori entrambi sconosciuti, questa previsione è soggetta a un elevate grado di incertezza e a rischi di revisioni al ribasso”.
Come andrà nel resto del Vecchio Continente
Ma a frenare non è solo l’Italia. La Commissione precisa che molti dei rischi negativi che circondano le previsioni di primavera 2022 si sono concretizzati. Premessa per rivedere al ribasso le stime di crescita per quest’anno e l’anno prossimo. Nell’Eurozona sarà rispettivamente al 2,6% e all’1,4%, rispetto alla previsione di maggio che indicava 2,7% e 2,3%. Nella UE 2,7% e 1,5% secondo le nuove stime comunitarie. In Germania la crescita del pil 2022 sarà dell’1,4%, l’anno prossimo dell’1,3%; Francia 2,4%e 1,4%; Spagna 4% e 2,1%; Polonia 5,2% (il livello più alto fra i grandi paesi) e 1,5%.
‘La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina continua a incidere negativamente sull’economia della UE, ponendola su un percorso di crescita inferiore e inflazione più elevata rispetto alle previsioni di primavera’ si legge nel rapporto previsionale della Commissione Europea, in cui viene esclusa una recessione su scala continentale.
Nel frattempo, l’inflazione media annua dovrebbe raggiungere il picco ai massimi storici nel 2022 (7,6% nell’area dell’euro) prima di scendere nel 2023 quasi dimezzandosi.
“L’invasione russa dell’Ucraina ha esercitato ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi dell’energia e delle materie prime alimentari. Questi stanno alimentando le pressioni inflazionistiche globali, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e innescando una risposta di politica monetaria più rapida di quanto precedentemente ipotizzato. E la UE ‘rimane particolarmente vulnerabile agli sviluppi dei mercati energetici a causa della sua elevata dipendenza dai combustibili fossili russi e l’indebolimento della crescita globale riduce la domanda esterna’.