Il Fondo Monetario Internazionale non crede agli obiettivi di crescita indicati dal Governo Meloni. Le ultime stime sul Pil italiano sono infatti inferiori a quelle dell’esecutivo.
Le stime dell’FMI
Nel suo aggiornamento delle stime, l’istituzione di Washington si aspetta che l’economia italiana crescerà quest’anno dello 0,7%, in linea con le stime precedenti, in lieve aumento l’anno prossimo quando raggiungerà lo 0,8% (dato rivisto al ribasso dello 0,1%). Si tratta dunque di previsioni inferiori a quelle rilasciate dell’esecutivo, che stima il biennio 2024-2025 un aumento del Pil rispettivamente dell’1 e dell’1,2%. Sotto l’1% sono anche le proiezioni sul Pil italiano del Centro Studi di Confindustria che, sempre ieri, ha comunicato le nuove stime: PIL in crescita del +0,8% nel 2024 e del +0,9% nel 2025 (rispettivamente -i 1 e 2 decimi di punto all’anno rispetto all’ultimo aggiornamento).
“Dopo le buone notizie della revisione al rialzo dell’outlook italiano da parte di Fitch, arriva una battuta d’arresto: il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia nel suo rapporto di ottobre. Se nei report di aprile e luglio l’istituto di Washington aveva mostrato un certo ottimismo verso il nostro paese, le nuove stime fanno emergere un quadro più cauto e complicato” spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro, aggiungendo che la correzione relativa alla crescita del 2025 sottolinea quanto le sfide strutturali e congiunturali rimangano pesanti sul futuro dell’economia italiana.
Come ricorda Debach, FMI attribuisce questo ridimensionamento a tre fattori principali:
- Debolezza persistente del settore manifatturiero: Il motore industriale dell’Italia, storicamente trainante per l’economia, continua a segnare il passo, frenato anche dal rallentamento della domanda globale.
- Domanda interna fragile: Nonostante il supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), gli effetti positivi tardano a manifestarsi. La ripresa dei consumi rimane debole e il potenziale di crescita è ancora lontano dal pieno sfruttamento.
- Un contesto europeo complesso: La crescita nell’Eurozona è stata frenata dalle incertezze economiche e dalla debolezza della domanda interna, elementi che pesano anche sull’Italia, strettamente legata ai suoi principali partner commerciali europei.
“L’Italia non è sola nelle difficoltà, ma questo non rende la situazione meno grave. Mal comune, mezzo gaudio non deve essere il motto da seguire. La vera sfida ora è evitare che queste prospettive fosche si trasformino in una realtà consolidata. Serve un cambio di passo deciso per rilanciare l’economia e restituire fiducia a consumatori e imprese, allontanando lo spettro della stagnazione e sfruttando appieno le opportunità offerte dal contesto europeo e dagli strumenti a disposizione” conclude Debach.
Sempre stando all’Fmi, in Italia l’inflazione dovrebbe attestarsi all’1,3% nel 2024 e risalire al 2,1% il prossimo anno, mentre la disoccupazione dovrebbe scendere dal 7,7% del 2023 al 7% dell’anno in corso, per poi salire al 7,2% nel 2025.
Pil: Germania a zero, vola la Spagna
E l’Italia frena, la Germania fa ancora peggio. Secondo le stime dell’FMI, nel 2024 la prima economia d’Europa dovrebbe registrare una una crescita pari a zero (-0,2 punti percentuali rispetto a luglio). Meglio dovrebbe andare nel 2025 quando il Pil segnerà +0,8%, un dato comunque rivisto al ribasso di -0,5 punti percentuali rispetto ai dati precedenti.
“La persistente debolezza della manifattura pesa sulla crescita di paesi come Germania e Italia. Tuttavia mentre si prevede che la domanda interna dell’Italia beneficerà del Pnrr, la Germania è alle prese con il consolidamento di bilancio e un calo dei prezzi immobiliari”, afferma il Fmi prevedendo per la Francia una crescita dell’1,1% nel 2024 (+0,2 punti percentuali) e dell’1,1% nel 2025 (-0,2 punti percentuali). Per la Spagna invece il Pil è stato rivisto al rialzo al +2,9% quest’anno (+0,5 punti percentuali) e confermato al 2,1% il prossimo.
Le proiezioni mondiali
A livello mondiale, il Fondo monetario internazionale prevede che l’economia mondiale segnerà un aumento del 3,2% nel 2024 e nel 2025. Anche in questo caso c’è una limatura di 0,1 punti percentuali sulle stime per il prossimo anno. Decisamente più veloci dell’area euro, gli Stati Uniti registreranno un ritmo di crescita del +2,8% quest’anno (+0,2 punti percentuali sulle previsioni di luglio), a fronte del +0,8% (-0,1 punti percentuali). Significativo anche il gap per il prossimo anno: il Fmi stima un aumento del PIL americano del 2,2% (+0,3 punti) mentre l’area euro registrerà un +1,2% (-0,3 punti).
Riviste al rialzo le stime per la Russia: quest’anno crescerà del 3,6% (+0,4 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio), mentre nel 2025 si fermerà all’1,3% (-0,2 punti percentuali du luglio). La Cina, invece, incassa una revisione al ribasso per il 2024 a +4,8% (-0,2 punti), mentre il prossimo è confermata al +4,5%. Nettamente più veloce l’India, il cui Pil segnerà + 7,0% nel 2024, in lieve frenata al 6,5% nel 2025 .
Buona notizia infine sul fronte dei prezzi: la battaglia contro l’inflazione mondiale – scrive l’istituzione di Washington – è stata vinta. Le attese indicano calo al 5,8% quest’anno dal 6,7% del 2023.