L’Ue ha rivisto al rialzo la crescita del Pil dell’Italia nel 2022 al 3,8%, rispetto al 2,9% delle stime di luglio. Tagliata invece la previsione sul 2023, con un Pil dell’Italia atteso in crescita dello 0,3%, rispetto allo 0,9% indicato in precedenza. La previsione è che passi dal 5,1% del Pil atteso nel 2022 al 3,6% del 2023, per risalire quindi al 4,2% nel 2024, anche per i maggiori costi per gli interessi sul debito. Il rapporto del debito sul Pil dovrebbe diminuire dal 150,3% del 2021 al 144,6% nel 2022 e segnare un successivo lieve calo anche nel 2024 al 142,6%.
Le stime sul 2022 e quelle per il 2023 risentono degli effetti sulla domanda globale della guerra in Ucraina e della maggior inflazione. L’attesa è che il Pil nell’eurozona si attesti al +3,2% quest’anno (contro il +2,6% indicato a luglio), per rallentare al +0,3% nel 2023 (era +1,4% nelle stime precedenti). La previsione per il 2024 è ora di una crescita del Pil nell’eurozona dell’1,5%. Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha spiegato:
“In Italia, lo shock dei prezzi dell’energia e il peggioramento delle prospettive esterne si fanno sentire. La crisi energetica sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e gravando sulla produzione”.
Lo scenario prospettato dalla Commissione arriva dopo le stime di Moody’s di giovedì. L’agenzia di rating statunitense ha previsto lo stop della crescita del Pil nei Paesi del G20 all’1,3%, a fronte delle precedente previsione del 2,1%, e in frenata rispetto al +2,5% atteso quest’anno. Per l’Italia, al posto della crescita zero, ha previsto una discesa del Pil dell’1,4%. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiosato:
“Noi crediamo alle nostre previsioni macroeconomiche, abbiamo fatto una stima prudente, alcuni dicono di più, altri di meno, ma siamo assolutamente convinti che la Commissione condivida le nostre previsioni”.
Le previsioni sul Pil del Governo
Nella Nadef (Nota di aggiornamento del Def) varata dal Governo Meloni il Pil è previsto in rialzo dal 3,3% al 3,7% contro la stima dell’Istat di una crescita acquisita del 3,9%. Mentre un taglio è arrivato per il Pil 2023, le cui previsioni indicano un aumento dello 0,3%, dal precedente 0,6%. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8% all’1,5%. Le nuove stime del deficit tendenziale confermano quelle della Nadef di settembre relativamente al 2022 e al 2023, in cui l’indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1% del Pil e al 3,4% del Pil. Sono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6% del Pil, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3%.