Pil in crescita dello 0,6% nel corso del primo trimestre 2023. Il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015 e successivamente corretto tenendo conto degli effetti di calendario e destagionalizzato, ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2022, mentre ha registrato un aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Il Pil è in crescita
Stando ai dati diffusi lo scorso 28 aprile 2023, la crescita congiunturale del Pil era stata pari allo 0,5%, mentre quella tendenziale si era attestata su un 1,8%. Nel primo trimestre 2023 sono state registrate due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente ed una giornata di lavoro in più rispetto allo stesso periodo del 2022.
L’Istat spiega che nel primo trimestre del 2023 ha avuto due giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2022. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di aprile (+0,8%).
Secondo l’Istat rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con una crescita dello 0,7% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, dell’1% e dell’1,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,7 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,3 i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, +0,2 gli investimenti fissi lordi e +0,2 la spesa delle amministrazioni pubbliche. Per contro, sia la variazione delle scorte, sia la domanda estera netta hanno contribuito negativamente alla variazione del Pil, entrambe per -0,1 punti percentuali. L’Istat ha sottolineato:
“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la ripresa dell’economia italiana nel primo trimestre del 2023 dopo la battuta d’arresto di fine 2022. A inizio anno la crescita del Pil è risultata pari allo 0,6% in termini congiunturali e all’1,9% in termini tendenziali. Entrambe le misure registrano una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima preliminare di fine aprile. Anche la crescita acquisita per il 2023 è positiva, pari allo 0,9%. La ripresa è dovuta alla domanda interna con contributi positivi dei consumi privati per 0,3 punti percentuali e dei consumi pubblici e degli investimenti entrambi per 0,2 punti percentuali. Negativi invece per 0,1 punti percentuali i contributi sia delle scorte, sia della domanda estera netta”.
I segnali arrivati
Alcuni segnali preoccupanti, relativamente al Pil, erano arriva nel corso delle ultime settimane. Il commercio estero e la metalmeccanica hanno consegnato un segnale di rallentamento per la crescita dell’economia italiana. Sono diminuite per la prima volta ad aprile le esportazioni verso i paesi extraeuropei: questo non avveniva da due anni. L’indagine congiunturale di Federmeccanica, nel corso del primo trimestre 2023, ha registrato una frana, che ha coinvolto tutti i settori dal metalmeccanico alla meccatronica.
Stando ai dati dell’indagine di Federmeccanica, nel corso dei primi tre mesi del 2023 la produzione metalmeccanica ha registrato un +2,2% nel confronto annuo. È rimasta stagnante, però, rispetto all’ultimo trimestre 2022. Se la si va a confrontare con i principali paesi europei si è collocata su livelli inferiori. Le ore di cassa integrazione sarebbero aumentate in un anno di oltre il 20%. I costi sostenuti dalle imprese si sarebbero assestati su un livello del 20% superiore a quelli della fase antecedente alla pandemia.