ROMA (WSI) – Mohamed A. El-Erian, amministratore delegato e co-responsabile della divisione degli investimenti di PIMCO ritiene che il 2014 si confermerà probabilmente l’anno migliore per l’economia globale dalla crisi finanziaria el 2008.
La crescita è in ripresa, i paesi avanzati stanno guarendo e i mercati emergenti si stanno stabilizzando, mentre i tassi di disoccupazione stanno registrano un trend verso il basso, riporta l’emittente CNBC (non in Italia e in altri paesi in crisi dell’Europa).
Il rafforzamento della vigilanza e l’introduzione di nuove regole nel sistema finanziario hanno ridotto i rischi di un’altra crisi finanziaria. Si può dunque sperare che le aziende utilizzano i maggiori flussi di cassa di cui dispongono per aumentare i loro investimenti in impianti, attrezzature e occupazione. Il miglioramento del contesto economico permetterà alle banche centrali di normalizzare le politiche monetarie in modo ordinato e tempestivo.
Detto questo, però, ci sono sei ragioni per le quali, purtroppo, è ancora troppo presto per dichiarare vittoria.
Innanzitutto la crescita economica sarà insufficiente a ridurre adeguatamente i problemi di elevata disoccupazione giovanile e di lunga durata nelle economie avanzate; in secondo luogo, la Federal Reserve è in una fase di transizione nel ridurre la dipendenza da uno strumento diretto (vale a dire, gli acquisti di titoli nei mercati o QE3) migliorando nel contempo l’uso di una misura indiretta e meno prevedibile (forward policy guidance).
Alcune importanti economie emergenti come il Brasile e la Turchia, poi, fortemente influenzate dai cambiamenti nelle politiche delle banche centrali dei paesi avanzati, non sono ancora sufficientemente in grado di avere un’economia piuttosto stabile. E’ probabile inoltre che a Washington, non verranno attuate iniziative legislative pro-crescita, atte a rafforzare il percorso di recupero dell’economia, a causa dei soliti conflitti interni al Congresso.
In quinto luogo, il massiccio miglioramento degli spread dei Paesi periferici dell’Eurozona si deve ancora tradurre in guadagni significativi per l’economia reale. In più le economie core dell’Europa, in particolare la Germania, si troveranno ad affrontare un aumento delle turbolenze a causa dell’apprezzamento dell’euro, specialmente nei confronti dello Yen.
Infine, la capacità del sistema di conciliare incoerenze nazionali continua ad essere ostacolata da carenze strutturali.
Tutto questo suggerisce che una sfida fondamentale per l’economia globale nel 2014 sarà quella di convertire l’attuale miglioramento economico in un trampolino di lancio per una ancora più forte ripresa nel medio termine.
Perché ciò accada, però, i politici dovranno affrontare più decisamente l’inadeguato livello e composizione della domanda aggregata, e l’accumulo di debito residuo.