Grande successo dei piani individuali di risparmio (Pir) nel 2017. Secondo i dati di Assogestioni, la raccolta ha toccato quota 10,9 miliardi di euro, una percentuale di circa l’11% rispetto alla raccolta netta dell’intera industria italiana del risparmio gestito nel corso dell’anno, arrivata a 97 miliardi di euro. La normativa che prevede la detassazione sugli utili per chi investe almeno il 21% del portafoglio delle medium e small cap italiane e mantiene l’investimento per non meno di cinque anni mostra di avere gradimento.
I flussi sono arrivati in maggioranza dai prodotti di nuova istituzione (7,9 miliardi), mentre attraverso i fondi preesistenti sono stati incassati circa 3 miliardi. Nel quarto trimestre, il segmento dei Pir ha aumentato la velocità di crescita, con sottoscrizioni per 3,4 miliardi, in aumento rispetto ai 2,2 dei tre mesi precedenti.
Fra i tipi di prodotto, le preferenze si sono dirette verso i Pir bilanciati, che su base annua hanno raccolto quasi 6 miliardi, seguiti dai flessibili in attivo per 2,6 e dagli azionari per 2,3 miliardi. Più deboli i flussi finiti nelle casse degli obbligazionari, fermi a 75 milioni.
Con un 2,7 miliardi di euro raccolti, grazie al contributo di Eurizon (1,7 miliardi) e Fideuram (1 miliardo), Intesa Sanpaolo è al primo posto nella classifica delle casse di gestione, davanti a Mediolanum, con 2,1 miliardi e ad Amundi. Con l’inizio del 2018 i Pir possono investire anche in ambito immobiliare. L’atteso afflusso di nuova liquidità potrebbe spingere altre aziende del settore a sbarcare in Borsa.