Se i Piani individuali di risparmio (PIR) sono in fase di stallo, crescono i nuovi PIR europei ossia gli Eltif, European long term investment fund. Vediamo nello specifico di cosa si tratta e le differenze tra i due.
Cosa sono i PIR
Introdotti dalla Legge di Stabilità 2017, i Piani individuali di risparmio sono una forma di investimento a medio termine, capace di veicolare i risparmi verso le imprese italiane, e in particolare verso le piccole e medie imprese. Le condizioni per investire nei PIR proposti dalle Sgr è che ogni singolo PIR sia mantenuto almeno 5 anni e non può superare i 30mila euro di investimento. Inoltre un singolo investitore non può superare i 150mila euro di investimento in piani individuali di risparmio. In cambio l’investitore potrà beneficiare dell’assenza di tassazione e non pagherà tasse su capital gain, dividendi, successione e donazioni.
Le novità 2019
La legge di bilancio 2019 ha introdotto l’obbligo che i nuovi prodotti devono obbligatoriamente investire il 3,5% del 21% extra FTSE Mib (ossia il 30% del 70%) in strumenti finanziari – quindi obbligazioni e azioni – di piccole e medie imprese (PMI) ammesse alle negoziazioni su AIM Italia. Vincoli che, secondo gli esperti, sono decisamente difficili da rispettare per le società di gestione del risparmio (Sgr) che propongono i PIR. Da qui la grande ascesa degli Eltif.
Cosa sono gli Eltif
Eltif, acronimo di European long term investment fund, sono fondi a lungo termine istituiti nel 2015 da un Regolamento europeo e accolti nel nostro ordinamento nel febbraio 2018 e subito ribattezzati con il nome di «Pir europei». Gli Eltif sono strumenti che puntano a un investimento che includa anche prodotti finanziari non quotati in Borsa, emessi per lo più da piccole e medie aziende operanti sul territorio europeo.
Le differenze
Le differenze tra gli Eltif e i PIR sono in prmis che quelli europei sono fondi chiusi, mentre i Piani individuali di risparmio sono aperti, il che significa che con i primi l’investitore è vincolato per cinque anni. Gli Eltif inoltre non prevedono agevolazioni sulle tasse come stabilito, invece, per i Pir che esentano dalla tassazione sulle plusvalenze a patto però che l’investitore li tenga in portafoglio per almeno cinque anni. Tuttavia si parla di misure ad hoc per gli Eltif con l’ipotesi di una detrazione importante pari al 30% della somma investita in questi fondi europei, il cui patrimonio non dovrebbe essere superiore a 200 milioni di euro.