La raccolta realizzata dai Pir, i Piani individuali di investimento introdotti con la Legge di Stabilità 2017 per dare nuova linfa alle piccole medie imprese italiane ha superato le più rosee aspettative: nei primi tre mesi si è già arrivati a un miliardo, con la prospettiva di arrivare a quota 10 miliardi. E’ un quota sei volte più elevata di quella che era stata prevista a suo tempo dal ministero dell’Economia: 1,6 miliardi.
I Pir sono contenitori fiscali, al cui interno possono essere contenute azioni, bond, fondi, Etf, gestioni patrimoniali, il cui “mandato” è contenere un minimo del 70% di titoli riferiti ad aziende italiane quotate, e un 30% di tale quota di titoli che non siano fra i primi 40 del listino milanese per capitalizzazione. L’incentivo messo a punto da via XX settembre è di natura fiscale: se l’investitore (persona fisica) mantiene i titoli almeno per 5 anni non subirà alcun prelievo fiscale sugli eventuali guadagni. Un bonus pari al 12,5% sui titoli di stato e del 26% sugli altri.
“La raccolta sta andando molto bene. Il mercato dimostra grande interesse per questi prodotti, anche nella richiesta di nuove proposte per il futuro. Stiamo riscontrando grande attenzione soprattutto verso le soluzioni di tipo bilanciato”, ha dichiarato Alberto Zorzi, vicedirettore generale direzione investimenti di Arca Fondi Sgr.
“Ora ne stiamo proponendo una soluzione focalizzata sul mercato italiano, a breve ne proporremo un’altra, che offrirà maggiore diversificazione geografica. Le critiche sull’eccessiva concentrazione del portafoglio verso mid e small cap non è giustificata, dato che il vincolo riguarda solo il 21%, e anche al di fuori del Ftse Mib ci sono titoli con una capitalizzazione importante”.