Secondo un recente studio della societa’ di consulenza Watson Wyatt, la maggioranza dei dipendenti chiave di un’azienda trova piu’ motivazione nel mantenere buona reputazione personale che nella ricompensa monetaria.
Solo il 15% degli intervistati in oltre 550 societa’ di grandi dimensioni attribuiscono infatti i buoni risultati alla previsione di una ricompensa in denaro.
“In un mercato del lavoro come quello attuale”, commenta Rick Beal di Watson Wyatt, “fattori intangibili, quali la soddisfazione personale e il riconoscimento del contributo alla societa’, sono i piu’ efficaci nello stimolare una buona performance”.
Tra le motivazioni addotte, il desiderio di mantenere una buona reputazione sul lavoro ha ricevuto l’81% dei voti, l’importanza del lavoro il 76% e il riconoscimento da parte dei colleghi il 66%.
Cio’ non significa che il denaro non conti – i dipendenti con la miglior resa sul lavoro sono anche generalmente ben retribuiti – ma lo studio suggerisce che le societa’ con particolari strategie mirate ai dipendenti, quelle cioe’ attente alle diverse esigenze personali, possano raggiungere risultati migliori di quelle che non considerano la forza lavoro il patrimonio piu’ importante.
A questo proposito lo studio ‘Strategic Rewards’ mostra un divario significativo tra le aziende e i dipendenti in cio’ che e’ ritenuto rilevante per attrarre, motivare e mantenere la forza lavoro.
Le societa’, ad esempio, sottovalutano l’importanza di orario di lavoro flessibile, riqualificazione professionale o opportunita’ di avanzamento, ricompense altamente apprezzate invece dalla maggioranza degli intervistati.
La molla che fa scattare la fedelta’ al proprio lavoro e’ pero’ la fiducia nella leadership dei dirigenti.