Il cloud ha tanti vantaggi, tra i quali la maggiore sicurezza nella conservazione dei dati, la protezione da attacchi esterni e costi più bassi, grazie ai quali si accresce la competitività. Per queste e molte altre ragioni da tema di nicchia sta diventando sempre più mainstream.
Il trend è in corso da diverso tempo anche nel mondo della finanza. Le banche stanno via via migliorando i propri processi grazie a questa nuova tecnologia che consente di diventare più performanti e più competitivi. Il passaggio sta diventando sempre più veloce anche se molta strada è già stata fatta. Secondo dati rilevati da Forbes, nel mondo dei servizi finanziari già nel 2016 il 74% degli operatori aveva in adozione strutture e processi cloud.
Da un’indagine successiva dell’anno scorso condotta da Deloitte tra i business executive a livello globale, è emerso che ben il 93% delle società da questi guidate aveva già adottato il cloud oppure stava considerando di farlo. Questa quota è destinata a salire ancora, soprattutto per effetto dell’accelerazione che il cloud imprime ai processi di innovazione interna.
A questo aspetto se ne aggiunge uno ulteriore: la ricerca di maggiori margini negli utili che il cloud e le nuove tecnologie permettono di realizzare, sia attraverso ottimizzazioni opportune, sia attraverso il taglio dei costi operativi.
Il viaggio verso il cloud non è ancora finito. Secondo quanto rilevato da Deloitte, se alcuni ambiti operativi degli istituti come, per esempio, quello del “Front office”, sono già stati ottimizzati grazie al cloud, le operazioni “core” delle società che offrono servizi finanziari rimangono ancora al margine di questo processo di innovazione.
Tuttavia la tecnologia cloud sta diventando sempre più matura e presto accoglierà anche le attività che sono il cuore delle operazioni delle banche. Alcuni grandi istituti hanno già fatto questo passo e hanno, per esempio, spostato l’intera piattaforma dalla propria rete di retail banking sulla nuvola. Altri stanno invece per avviare questo tipo di crescita interna.
I benefici non mancano e riguardano sia l’immediato, sia i risultati di lungo termine. Prima di tutto vanno messi in evidenza i costi elevati che le banche devono mettere in conto per la gestione di infrastrutture tecnologiche. Questi costi si possono ridurre proprio grazie a una migrazione di queste all’esterno. Infatti con questo processo le banche non avranno più necessità di avere un proprio data center. Il supporto e la manutenzione delle infrastrutture sarà tutta a carico del provider del cloud. A questo aspetto va aggiunto il beneficio della possibilità di rendere il servizio scalabile nonché più agile.
C’è poi un aspetto che riguarda la qualità: il cloud esterno all’azienda offre più sicurezza e resilienza dei dati. Vale a dire che i dati sono più protetti sia sul fronte di eventuali attacchi, sia su quello di un possibile loro danneggiamento. Si tratta di caratteristiche legate alla protezione che richiedono ingenti investimenti e che le grandi piattaforme di provider di cloud riescono a soddisfare in modo più mirato anche grazie a un’ampia disponibilità di professionisti dedicati a questi temi.
Va però detto che nonostante le tecnologie siano evolute e sempre aggiornate, i rischi di un’adozione del cloud non mancano. Migrare e modernizzare le proprie piattaforme core relative alle attività di banking non esclude problematiche di vario tipo. Per fare un esempio, nel caso degli istituti finanziari, le piattaforme legacy esistono da decenni, spesso con una documentazione di supporto limitata e poche risorse chiave con una comprensione completa della materia. Tante volte queste risorse sono difficilmente sostituibili perché le nuove professionalità non sono preparate su questi aspetti.
Come procedere al meglio?
“Come prima cosa consigliamo alle banche di fare un’analisi approfondita delle proprie competenze tecnologiche interne – dice Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte – responsabile FinTech -. Vanno analizzati, inoltre, i vantaggi competitivi che offre la soluzione cloud. È un modo per capire quanto davvero sia opportuno il passaggio verso la nuvola, che comunque sta diventando un’architettura standard”.
Per l’esperto, occorre inoltre lavorare a fondo sugli ambiti che rientrano nel contesto dei servizi bancari core. Tra questi c’è l’elaborazione dei dati dei clienti, così come i processi di pagamento. Si tratta di un modo per costruire una roadmap ben definita verso il cloud. “In ogni caso, il cloud è un passaggio cui dovrebbero guardare tutte le società dei servizi finanziari – dice Gianturco -. Non solo offre competitività ma permette anche di garantirsi vantaggi pratici come l’affrancamento da tecnologie ormai datate”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del magazine Wall Street Italia. Per scoprire tutti gli articoli del numero di giugno leggi il sommario (clicca qui).