Economia

Pnrr, il governo esulta. Ma per balneari e tassisti ancora tutto fermo

Nonostante le molte difficoltà che ha incontrato il Governo sul Pnrr, alla fine si può dire che tutto si è risolto per il meglio. Nella giornata di ieri la Commissione Europea ha approvato la quarta richiesta di pagamento dell’Italia, di 16,5 miliardi di euro, confermando che il Paese ha raggiunto i 28 obiettivi e traguardi previsti. Giorgia Meloni si è presa anche i complimenti della presidente Ursula von der Leyen, affermando che l’Ue continuerà a sostenere l’Italia affinché il suo piano di ripresa abbia successo.

Una notizia che arriva pochi giorni dopo l’approvazione, sempre della Commissione, del nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, del valore adesso di 194,4 miliardi di euro. Un’approvazione che in tanti credevano impossibile, ma su cui il governo ha creduto fino in fondo, avendo alla fine ragione.

Ma nella maggioranza non tutti esultano: nella giornata di ieri si è registrato uno scontro a distanza tra il vicepremier e ministro dei trasporti Matteo Salvini e quello per gli Affari europei e il PNRR Raffaele Fitto riguardo alla mancata proroga del mercato tutelato. Per Salvini la proroga era necessaria, per Fitto la cancellazione del mercato tutelato era un criterio fondamentale per lo sblocco della rata. Ma sono in diversi che vedono in questo una sorta di “due pesi e due misure”: l’Europa da anni chiede di sistemare le annose questioni dei balneari e dei tassisti, che ancora oggi vengono ignorate dal Governo.

Lo sblocco della quarta rata del Pnrr

Con gli ulteriori 16,5 miliardi di euro che arriveranno entro la fine di quest’anno, l’Italia arriva così a circa 102 miliardi di euro ricevuti entro il 2023, più della metà dell’interno ammontare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Inoltre, l’Italia è anche l’unico Stato membro dell’Unione europea ad aver già ricevuto il pagamento della quarta rata. Il 22 settembre 2023, l’Italia ha presentato una richiesta di pagamento alla Commissione Europea, basata sul raggiungimento di 21 traguardi e sette obiettivi stabiliti nella decisione di esecuzione del Consiglio.

Come spiega la Commissione, si trattano di una serie di riforme trasformative in settori strategici quali la giustizia penale e civile, il pubblico impiego, gli appalti pubblici, l’assistenza per le persone anziane e l’assistenza a lungo termine.

Sono stati compiuti ulteriori passi nell’attuazione delle riforme della pubblica amministrazione e della magistratura in ambito civile e penale, che contribuiranno a una pubblica amministrazione più semplice ed efficace e a un sistema giudiziario più efficiente, cui si aggiungono le ricadute positive che un sistema di appalti pubblici semplificato e più efficiente potrà avere sul contesto imprenditoriale. Sono incluse anche riforme volte a semplificare le procedure amministrative per gli investimenti verdi. Vi è infine una riforma volta a migliorare le condizioni di vita delle persone anziane non autosufficienti attraverso un accesso più agevole ai servizi sanitari e sociali.

Addio al mercato tutelato, scontro Salvini-Fitto

Ma per avere questi 16,5 miliardi si è dovuto dire ufficialmente addio al mercato tutelato. Nelle scorse settimane il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva proposto di prorogare la scadenza di sei mesi, ma il governo aveva deciso di respingere la richiesta perché in contrasto con gli obiettivi fissati dal Pnrr.

Una decisione che Matteo Salvini non ha accettato, affermando che sono in corso “interlocuzioni del ministro Fitto con la commissione” e ha auspicato una “soluzione positiva” dopo che il Consiglio dei Ministri ha varato il Decreto Energia senza prolungare il Servizio di maggiore tutela. Il tema resta, di fatto, ancora sul tavolo ma la strada verso l’uscita dal mercato tutelato sembra piuttosto segnata.

Lo scontro Salvini-Fitto non è una novità del governo Meloni; già altre volte i due ministri hanno battibeccato, quasi tutte aventi al centro gli investimenti e le riforme del Pnrr. I due avevano litigato poco più di una settimana fa sul tema dei fondi alle ferrovie, con Fitto che era intenzionato a tagliare 4,5 miliardi di euro per non finanziare più opere come il Terzo Valico e e la circonvallazione di Trento. Salvini aveva tuonato, lanciando un messaggio chiaro: “Nessun definanziamento del Terzo Valico e utilizzo dei fondi Pnrr totalmente confermati”. Alla fine solo la circonvallazione di Trento è uscito dal Pnrr.

Ma per balneari e tassisti è ancora tutto fermo

Ma se per l’Europa è stato sacrificato il mercato tutelato, in molti accusano il Governo di fare due pesi e due misure. Perchè la stessa Europa da anni chiede che l’Italia metta a gara la gestione delle spiagge e dei lidi in nome delle norme sulla libera concorrenza ma ha sempre ricevuto risposte dilatorie. L’ultima, inviata dal governo Meloni (e contenuta nel decreto Milleproroghe dello scorso febbraio), stabilisce che le attuali concessioni vengano rinnovate fino al 31 dicembre del 2024; nel frattempo il governo si impegna a una ricognizione sulla disponibilità degli spazi che possono essere assegnati.

Inoltre, in un documento inviato a Bruxelles, il governo è arrivato anche a cambiare la geografia italiana al fine di dimostrare all’Europa che la gestione privata delle spiagge è limitata rispetto all’intera estensione delle coste italiane, sostenendo che le spiagge pubbliche costituiscano ancora il 67%, rendendo superfluo l’adempimento della direttiva Bolkestein, che richiede gare pubbliche per le concessioni. Una rimappatura che comunque non ha convinto l’Europa, che porterebbe quindi avanti un provvedimento contrario al diritto europeo.

Anche sul tema taxi il Governo ha fatto poco o nulla: analogamente a quello che è successo per le concessioni balneari, per quanto riguarda i tassisti la proposta di riforma del settore, inclusa nel Disegno di Legge sulla Concorrenza, con una stretta connessione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sembra orientata a preservare il monopolio per gli attuali operatori. A luglio Salvini aveva annunciato di essere al lavoro per riformare il settore e che avrebbe messo al centro il tema delle licenze. Ma ad oggi non si registrano novità su questo tema.