Economia

Pnrr, quarta rata: il governo cambia 10 obiettivi

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Il Governo è dovuto scendere a patti con sé stesso per limitare i rischi che incombono sul Pnrr. L’Esecutivo, infatti, ha messo mano agli obiettivi e ne ha effettuato una revisione preliminare, per evitare inutili lungaggini. L’Italia, da oltre sei mesi, è in attesa della terza rata. Questo è il motivo per il quale il governo ha deciso di cambiare metodo e adottare una nuova soluzione per la tranche successiva, che prevede il versamento da parte dell’Europa di qualcosa come 16 miliardi di euro.

Ad annunciare questa vera e propria svolta è stato Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari europei, non appena trovata l’intesa con la Commissione europea. Le modifiche sono andate ad impattare su dieci dei 27 obiettivi previsti per il primo semestre 2023.

Pnrr, cosa sta succedendo

Raffaele Fitto ha colto l’occasione per fare il punto della situazione e per rispondere alle opposizioni. Il ministro ha chiarito che sui ritardi non ci sono dei riferimenti oggettivi imputabili all’esecutivo che è in carica in questo momento.

All’interno del report che lo staff del ministro ha diffuso alla stampa, ci sarebbero alcune modifiche tecnico-amministrative, mentre altre sono solo di merito. C’è, ad esempio, l’allungamento dei tempi per i nuovi bandi per gli asili nido, soluzione che va a soddisfare i sindaci, che sono rappresentati all’interno della Cabina di Regia da Antonio Decaro, presidente dell’Anci. Alcune modifiche coinvolgono il progetto Cinecittà e la possibilità di nuove gare per le colonnine sulle aree extraurbane.

Queste modifiche ai progetti per il Pnrr dovrebbero permettere di rendere più snella l’istruttoria sui progetti. Rimangono, invece, immutati i controlli a campione. In questo modo, secondo Fitto, è possibile riuscire a mantenere fede al percorso stabilito ed è possibile chiedere la quarta rata nel corso dei prossimi giorni.

I cambiamenti per la quarta rata

Per riuscire ad ottenere la quarta rata del Pnrr ha apportato alcune modifiche agli obiettivi intermedi. La rata, in questo momento, sembrerebbe essere a rischio, ma si spera che con questo intervento l’Italia possa riuscire ad ottenere i fondi. Ma andiamo a vedere quali sono gli obiettivi modificati:

  • progetto Cinecittà. Alcune modifiche rilevanti sono state apportate al progetto di sviluppo dell’industria cinematografica. Sostanzialmente, però, è stato modificato solo il nome da Istituto Luce Studios a Cinecittà;
  • satelliti. In questo caso la storia risulta essere leggermente diversa. L’investimento nella tecnologia è stato ridefinito completamente adattandosi agli sviluppi del mercato, in modo da evitare di andare a sovrapporsi agli investimenti privati dell’Internet of Things, basato sui piccoli satelliti;
  • asilo nido. Vengono allungati i tempi per poter emanare i bandi;
  • treni. Si tratta del rinnovo del parco ferroviario del trasporto regionale: si andrà a chiarire meglio la composizione di treni e carrozze da acquistare;
  • idrogeno. La questione, in questo caso, è più complessa. La cabina di regia sul Pnrr è intervenuta sulla sperimentazione dell’idrogeno per la mobilità ferroviaria, alla luce delle gare non andate a buon fine;
  • caldaie. Importante capitolo del Pnrr è quello che coinvolge direttamente l’efficienza energetica. Non risultando particolarmente chiaro il contributo alla transizione green del sismabonus, il governo ha deciso di puntare di più sull’ecobonus. Adesso sarà possibile rendicontare l’installazione di caldaie a condensazione per andare a sostituire quelle che hanno una minore efficienza energetica;
  • colonnine di ricarica per le auto. Una delle questioni toccate dall’esecutivo riguarda le nove gare per l’installazione di colonnine per la ricarica dei mezzi elettrici nelle aree extraurbane. Le prime sono andate deserte;
  • ferro. Altro capitolo è la riduzione diretta del ferro: non deve essere utilizzato nessun gas naturale per la produzione di idrogeno in questo contesto;
  • terzo settore. La cabina di regia del Pnrr ha messo mano anche alle soglie per gli avvisi dei progetti di intervento per contrastare la povertà educativa nelle regioni del Sud Italia, soprattutto quando andranno a sostegno del terzo settore;
  • imprese femminili. Viene modificata la descrizione del traguardo dell’investimento per la creazione di imprese femminili. Viene eliminato anche il riferimento a particolari strumenti finanziari per supportarle.