L’inchiesta riguardante MPS si allarga e si aprono nuovi filoni giudiziari. A finire sotto accusa questa volta è Bankitalia, il cui governatore Ignazio Visco risulta essere indagato a Brescia per abuso d’ufficio. Sotto la lente d’ingrandimento è finita la gestione della vicenda Monte dei Paschi di Siena da parte di Palazzo Koch. Secondo quanto riporta il quotidiano “La Verità”, il nome di Visco si troverebbe insieme a quello di altri banchieri, funzionari e magistrati, che in un modo o nell’altro sono legati alle vicende della banca toscana.
L’ipotesi di reato, nei confronti del numero uno di Banca d’Italia, è riferita direttamente all’articolo 2621 del Codice Civile e si configura in false comunicazioni sociali. L’ipotesi di reato – sottolineiamo che per il momento sono solo e soltanto delle ipotesi – riguarderebbe alcune presunte omissioni, che si sarebbero verificate nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2015. Ad avviare l’inchiesta è stato un esposto sulla gestione Alessandro Profumo – Fabrizio Viola. Come riporta “Il Fatto Quotidiano”, “al centro delle indagini ci sarebbero ancora alcuni contratti derivati sottoscritti dalla banca per ottenere una sorta di cosmesi dei bilanci. In particolare, secondo l’esposto giunto davanti ai giudici, prodotti derivati per 5 miliardi di euro sarebbero stati contabilizzati come investimenti in molto meno rischiosi (e redditizi) titoli di Stato. Visco avrebbe ignorato le segnalazioni riguardanti questa operazione”.
Ignazio Visco, il 12 aprile è prevista l’udienza di opposizione
L’accusa mossa contro via Nazionale è che non sia stato mosso nemmeno un dito per fermare i vertici di Monte dei Paschi di Siena, una volta venuti a conoscenza di queste informazioni. La situazione di Ignazio Visco, in questa indagine, sarebbe direttamente connessa a quella di Francesco Greco, ex procuratore di Milano, per il quale la procura ha già chiesto l’archiviazione. Per il prossimo 12 aprile è prevista l’udienza di opposizione alla richiesta. Per Stefano Civardi, Mauro Clerici, Giordano Baggio – altri tre magistrati – è già arrivata l’archiviazione. Nel caso in cui dovesse cadere l’accusa nei confronti di Greco, i magistrati di Brescia dovrebbero restituire tutti gli atti alla procura di Milano. Ricordiamo, infatti, che per competenza Brescia indaga su Milano.
L’indagine si basa sull’articolo 2621 del Codice Civile che prevede espressamente che “gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni”.