Economia

Eurovita, comunicazione cruciale in vista dei riscatti

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Entro il weekend dovrebbero essere definiti i dettagli del salvataggio di Eurovita, che coinvolge 5 compagnie assicurative (Generali, Unipol, Intesa Vita, Poste e Allianz) e 25 banche distributrici delle polizze attraverso la newco Cronos Vita. Il primo nodo da sciogliere è la spartizione del 10% della newco, che Allianz non intende rilevare e che potrebbe essere spartito tra le altre 4 assicurazioni. Urge anche comprendere come far entrare nella partita i piccoli istituti di credito che hanno distribuito le polizze della compagnia, ma che per ora non hanno aderito al salvataggio.

Le prossime tappe del salvataggio di Eurovita

Siglati gli accordi vincolanti, Ivass dovrà autorizzare Cronos Vita a operare e dare il via libera al trasferimento degli asset dalla vecchia Eurovita alla newco, per poi giungere al closing vero e proprio del salvataggio, presumibilmente a fine ottobre. Su tutto pende la spada di Damocle del 31 ottobre 2023, in cui cadrà lo sblocco ai riscatti delle polizze.

Nel giro di un paio d’anni, ci sarà poi la spartizione degli asset tra le 5 assicurazioni coinvolte, a seconda delle quote di partecipazione al progetto. Nel frattempo, c’è il rischio di un’ondata di riscatti dei sottoscrittori delle polizze vita di Eurovita?

Le sorti dei sottoscrittori delle polizze

Angelo Borselli, adjunt professor di diritto commerciale all’Università Bocconi di Milano, è ottimista:

“Non dovrebbe esserci una forte pressione sul fronte delle richieste di riscatto, che le previsioni danno in misura comunque contenuta. Il management della newco può negoziare con le banche che hanno distribuito i prodotti o anche altre banche, accordi per finanziare il pagamento dei riscatti. Inoltre, la regia dell’Ivass nell’operazione è motivo di garanzia”.

Ecco perché, a suo avviso, “non dovrebbero esserci rischi per i sottoscrittori”. E rassicura:

“I riscatti saranno liquidati in base alle prestazioni maturate. Ad oggi però i criteri di assegnazione delle polizze Eurovita ai 5 assicuratori non sono ancora chiari. La mancanza di informazioni è per certi versi comprensibile perché il procedimento è ancora in corso. Anche le proroghe della sospensione dei riscatti che ci sono state riflettono i tentativi di raggiungere un accordo per la soluzione della vicenda, accordo da ultimo definito alla fine dello scorso giugno”.

Il docente avverte tuttavia che “sarà importante l’aspetto della comunicazione e dell’informazione agli assicurati“. Secondo Borselli, il salvataggio di Eurovita riporta all’attenzione della collettività il tema di un fondo di garanzia per il settore assicurativo, già dibattuto anche a livello europeo:

“Eiopa (l’autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni, ndr) nel 2018 aveva rilasciato un discussion paper sul tema del fondo di risoluzione e dei sistemi nazionali di garanzia delle assicurazioni. Attualmente è in esame una proposta di direttiva su risanamento e risoluzione delle imprese assicurative (IRRD)”.

In Francia e Germania per esempio esiste già un fondo di garanzia per le polizze vita (con modalità diverse da paese e paese), in Usa ci sono i guaranty fund, in Italia abbiamo altri due fondi: uno per le manca vittime della strada e l’altro della caccia, ma nessuno per settore delle polizze vita. Borselli conclude:

“Il costo del fondo di garanzia deve essere equilibrato, in modo che non determini un peso eccessivo per il settore. E’ importante aprire un dibattito su un fondo di garanzia nazionale, pur riconoscendo la valenza della soluzione di mercato trovata per Eurovita”.